Vita d’impresa e impresa di vivere

di -Ilaria Boncori-

È da pochi giorni in libreria la seconda edizione, ampliata riveduta e corretta di O l’impresa, o la vita (Milano, Egea, 2016) di Luigi Maria Sicca, professore Ordinario di Organizzazione Aziendale e di Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Il volume si apre e si chiude, rispettivamente, con la prefazione di Massimo Marrelli, Rettore emerito dell’Ateneo federiciano, e un commento, all’impresa e alla vita, ad opera di Enzo Rullani: apertura e chiusura di volume ispirati, entrambi, al saggio introduttivo di Luigi Maria Sicca (Narrazione organizzativa e critical management studies): tessera tutta teorica, l’unica, all’interno di questo mosaico lieve e profondo, incisivo, orientato alle pratiche del pensare e dell’agire quotidiano.

Il libro raccoglie quindici storie organizzative raccontate dai protagonisti (imprenditori o manager, ma anche musicisti), che intrecciano scelte di business, scelte umane e private. È questo ordito che assegna alla trama un connotato epico, come recita il sottotitolo, all’intera operazione di ricerca nata in seno al progetto puntOorg. Questa rete di ricerca internazionale si interroga sulle fonti delle conoscenze manageriali, condizione preliminare per leggere e scrivere le organizzazioni, ovvero per costruire modelli, criticizzare gli assunti, ripensare le premesse per fare sviluppo. puntOorg parte dalla consapevolezza che la crisi iniziata nel 2008 come crisi finanziaria è di fatto, ancor prima e ancor di più, una crisi di pensiero e di strutture teoriche che sono alla base della costruzione del benessere economico, sociale e industriale. L’esigenza, l’urgenza, di lavorare sull’assenza di soluzione di continuità tra pensiero e azione la viviamo, da anni, al di qua e al di là della Manica. Basti osservare il trend dei modelli di education che proponiamo nelle nostre business school e, prima ancora, l’organizzazione stessa delle università anglosassoni.

Questa assenza di soluzione di continuità è il filo rosso delle quindici storie proposte, storie che nascono da una lunga esperienza didattica coordinata da Luigi Maria Sicca nell’ambito dei corsi da lui tenuti negli ultimi quindici anni all’Università degli Studi di Napoli Federico II.

Quindici storie accomunate da uno stesso schema narrativo declinato in quattro fasi: l’evento che innesca l’azione; la definizione degli impegni ad agire; la realizzazione e gestione della soluzione; e la valutazione dell’azione intrapresa. Quattro fasi, al termine delle quali si perfeziona l’apprendimento insito in ogni processo, per ripartire di nuovo e affrontare, così, una nuova esperienza.

Ciascuna storia è differenziata e al contempo accomunata dalla presenza di una propria scheda manageriale: una mappa con coordinate stabili e contenuti variabili, che rende evidente come esperienze molto diverse tra loro possono essere scritte, lette o narrate attraverso un comune denominatore.

È innanzitutto una questione di metodo, che assegna alla trasversalità (delle competenze in ogni campo dell’agire organizzativo e degli approcci sottesi) una preziosa fonte di vantaggio competitivo per fronteggiare un mercato del lavoro flessibile, per legge dello stato e del mercato. Il nostro è un mondo sempre più liquido, à la Bauman, impalpabile, sfuggente, impossibile da rinchiudere entro confini definiti a priori, come sembrava averci insegnato, invece, un recente passato orientato alle certezze, all’espansione, a fantasie di crescita illimitata, con cicli economici caratterizzati da intervalli regolari, in ottica spiccatamente industriale.

O l’impresa, o la vita è un libro che, attraverso uno sguardo plurale sull’economia del presente, non rinuncia a sviluppare esperienze private che molto dicono, oggi, in tempi di crisi, del cosa significhi fare impresa e creare valore. Sia esso il valore economico che interessa l’economia del Mezzogiorno e dell’intero Sistema-Paese; sia il valore sociale che, necessariamente, ha da fare i conti con le scale di priorità che tutti noi ci assegniamo nel perseguire i nostri fini, facendo i conti con i mezzi a disposizione.

La seconda edizione di O l’impresa, o la vita. Storie organizzative ed epiche, si articola in due sezioni.

Nella prima sezione (I protagonisti si narrano) intervengono una serie di collaboratori nello sviluppo e presentazione delle loro storie professionali e personali: Paola Giampaolo, a lungo top manager di Ansaldo STS e di recente Responsabile sviluppo, direzione risorse umane e organizzazione in Poste Italiane; Francesco Vizioli, titolare della cattedra di direzione d’orchestra al Conservatorio di Napoli San Pietro a Majella; Francesco D. Perillo, Past President dell’Associazione Italiana dei direttori del personale e docente di gestione delle risorse umane presso l’Università Suor Orsola Benincasa, con trentennale esperienza nella Direzione Risorse Umane del gruppo Finmeccanica. Ma anche musicisti come il jazzista Francesco D’Errico e Marco Vitali, violoncellista-concertino dell’Orchestra della Fondazione Teatro di San Carlo. Quindi Alessandra Belluccio, Responsabile organizzazione e risorse umane in una realtà delicata del complessa settore della sanità come la Clinica Mediterranea, e Renato Viscardi che riprende alcune esperienze di management in seno a L’Oreal. Chiara Mallozzi, Lorenzo Pone e Bernardo Maria Sannino narrano cosa per loro significhi la composizione, attraverso il metodo della sottrazione. Tutte storie vissute in prima persona, come i racconti di Umberto Cortese, Direttore generale di Elmeco e artefice di un continuo successo internazionale della sua azienda; e Maria Vittoria Colucci d’Amato che mette in campo il tema della flessibilità del lavoro attraverso il cristallino dell’essere donna in carriera. Fabio Accardi, laureato federiciano con MBA alla Bocconi e oggi dirigente in Astaldi, ripercorre una brillante carriera nella direzione finanziaria dei grandi progetti attraverso scelte di impresa e di vita spesso non facili.

La seconda parte del volume (Narrazioni dei protagonisti) raccoglie altri quattro contributi con taglio saggistico: narrazioni dei protagonisti, dunque, nel duplice senso dell’autoriflessione, ma anche della raccolta orale di esperienza di vita vissuta.

Luigi Maria Sicca e Davide Bizjak partecipano a questa sfida raccontando l’esperienza delle orchestre di quartiere realizzate con il metodo Abreu e, nel saggio conclusivo, il caso di Laminazione Sottile, raro esempio di media impresa manifatturiera del Sud (con sede a San Marco Evangelista, nel casertano), in grado di sovvertire i luoghi comuni sull’imprenditoria del Mezzogiorno rispetto alla grande impresa del Nord.

Questa seconda sezione contiene inoltre una nuove edizione del testo di Raffaele Cercola che ripercorre la sua esperienza alla presidenza, per tredici anni, dell’ex Ente Autonomo Mostra D’Oltremare e le riflessioni (tradotte e curate ex novo da Luigi Maria Sicca) di un violoncellista di chiara fama, del calibro di Alain Meunier, sulla “società musicale in azione”, metafora virtuosa e al tempo stesso exemplum, dei possibili modi, mai scontati e dati per certi a priori, di stare insieme.

Una proposta, insomma, destinata a ulteriori sviluppi. Vedremo nuove edizioni di questo libro, la terza, la quarta… En attendant una versione, quanto prima, tutta in inglese da lanciare con forza sul mercato globale. E chi scrive sa bene, da questo lato della Manica, quanto ce ne sarebbe davvero bisogno.

In copertina: “O l’istanza, o la vita” di Luca Carnevale

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