-di Elisabetta Torselli-
Festival musicali, estate 2015: un panorama oramai sterminato per cui dobbiamo rigorosamente selezionare pochi eventi, cominciando, naturalmente, dalle rassegne più blasonate.
A Salisburgo ( 18 luglio- 30 agosto) l’impero della zarina Cecilia Bartoli è più solido che mai: tutto esaurito da tempo per l’evento 2015 del festival, la Norma con Cecilia protagonista (dal 31 luglio, sul podio Giovanni Antonini, regia di Moshe Leiser e Patrice Courier), impegnata a difendere sulla scena più prestigiosa la sua visione del personaggio belliniano e del belcanto, in un “ritorno alle origini” oltre le indimenticabili memorie callasiane. La Bartoli, riconfermata come direttore artistico del Festival di Pentecoste, è protagonista anche dell’Iphigénie en Tauride, capolavoro del Gluck francese.
Tutto esaurito per il Fidelio con Jonas Kaufmann e Adrienne Pieczonka, per il Trovatore con Francesco Meli e Anna Netrebko, ma non ancora per il Rosenkavalier, il Werther, e l’Ernani in forma di concerto diretto da Riccardo Muti di nuovo con Meli protagonista e l’Orchestra Cherubini. Una delle opere contemporanee di maggior riscontro degli ultimi anni, Die Eroberung von Mexico di Wolfgang Rihm, è a Salisburgo con un’edizione decisamente importante, siglata dal podio da Ingo Metzmacher, con voci splendide come Angela Denoke e Marie-Ange Todorovitch.

Salisburgo Una notte open air con opera live sul maxi schermo direttamente dal Festival, foto Tourism Salzburg
A Bayreuth ( 25 luglio-28 agosto), dove i Wagner sono signori per diritto ereditario del festival, dal 2008 la direzione artistica è nelle mani delle figlie di Wolfgang Wagner (a cui spettò l’arduo compito di “denazificare” e rinnovare l’immagine del festival), Eva Wagner-Pasquier e Katharina Wagner, quest’ultima regista formatasi con Harry Kupfer e ritrovatasi a trent’anni a capo della grande baracca creata dal bisnonno. E’ sua la regia del Tristan und Isolde inaugurale che vede sul podio un wagneriano eccellente, Christian Thielemann, e Stephen Gould e Anja Kampe come protagonisti. E poi Lohengrin, Olandese Volante, e un Ring affidato al duo Kirill Petrenko – Frank Castorf direttore e regista.
Ma per i wagneriani irriducibili c’è anche il festival di Erl ( 9 luglio -2 agosto) in Tirolo, dove un esperto direttore-regista di robustissima costituzione e disposto a rischiare con i giovani artisti, Gustav Kuhn, offre tra l’altro, nello spazio suggestivo della Passionsspielhaus, delle autentiche sagre wagneriane molto “compatte”: quest’anno, dopo Tristano e Isotta e I Maestri Cantori – e scusate se è poco – Kuhn ripropone la fortunata formula del Ring full-immersion in quattro serate consecutive, per due volte, 23-26 luglio, 30 luglio – 2 agosto. Che tempre !
Al fresco dei festival inglesi troviamo a Glyndebourne ( fino al 30 agosto) un nuovo allestimento del Poliuto di Donizetti con Enrique Mazzola sul podio e il giovane tenore americano Michael Fabiano nel ruolo scritto per il grande Adolphe Nourrit (fino al 15 luglio), e inoltre Britten, Haendel, Mozart, Bizet; a Edimburgo ( 7-31 agosto) fra le altre cose, le Nozze di Figaro con Ivan Fischer direttore e regista e, in forma di concerto, uno dei più divertenti capolavori dell’operetta inglese, ma in forma di concerto, H. M. S. Pinafore di Gilbert & Sullivan (noto in Italia come “Il Grembiulino).

I famosi pic nic del Festiva Glydebourne, foto da sito ufficiale del festival
Aldeburgh ( 12-28 giugno), il festival creato da Benjamin Britten, la prima assoluta di un’opera da camera del grande Harrison Birtwistle, The Cure, abbinata ad un suo lavoro precedente, The Corridor, ripercorrendo i miti di Giasone e di Orfeo.
Raffinato come sempre il programma del festival di Aix-en-Provence (9 giugno 21 luglio) in cui, oltre a Haendel e Mozart (Alcina e Ratto dal Serraglio) e alcune prime di giovani compositori, segnaliamo la ripresa del Sogno di una notte di mezz’estate di Britten nell’edizione di Robert Carsen con Kazushi Ono sul podio e Sandrine Piau come Titania, e un dittico di nuova produzione, costituito da Iolanta di Caikovskij e Persephone di Stravinskij, con la regìa prestigiosa di Peter Sellars e Teodor Currentis sul podio (dal 5 luglio).
Da lago a lago: il festival di Bregenz sul lago di Costanza, e in Italia il festival pucciniano di Torre del Lago, si sfidano a distanza nei loro teatri all’aperto con Turandot (dal 22 luglio a Bregenz, dal 25 luglio a Torre del Lago, rispettivamente con Katrin Kapplusch e Giovanna Casolla nel ruolo del titolo negli spettacoli inaugurali). Una curiosità: a Torre del Lago la recita di Turandot del 28 agosto sarà eseguita dalla compagnia ospite dell’Opera di Pechino che presenterà il proprio allestimento.
Abbuffata d’opera, balletto e galà all’Arena di Verona. E ci mancherebbe altro, nel più grande teatro all’aperto del mondo ! Ma fra Rossini, Mozart, Gounod, Roberto Bolle & Friends, galà, i titoli forti, quelli che reggono da giugno a settembre, sono due, i classicissimi: il Nabucco, proposto per ben 14 serate dal 19 giugno al 15 settembre con lo spettacolo di Gianfranco de Bosio del 1991 e quattro cantanti, Luca Salsi, Dalibor Jenis, Ambrogio Maestri e Sebastian Catana, che si alternano nel ruolo del titolo, e, dal giorno dopo, la celebre e monumentale Aida di Franco Zeffirelli con ben 18 recite nel consueto alternarsi di bacchette e cast (segnaliamo almeno Amarilli Nizza/Hui He, Ildiko Komlosi, Gregory Kunde e Ambrogio Maestri per i quattro ruoli principali).
E’ grande repertorio popolare anche allo Sferisterio di Macerata (dal 17 luglio)con Rigoletto, Cavalleria & Pagliacci e la Bohème del 2013 con cui il regista Leo Muscato ottenne il Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana. L’evento clou è la Notte dell’Opera del 30 luglio, una festa ispirata quest’anno al Rigoletto e ai suoi scenari.
Per un festival rigorosamente monotematico come il Rossini Opera Festival a Pesaro resta da lavorare su messinscene e riscoperte, come nel 2014 quella dell’Aureliano in Palmira appena premiato agli International Opera Awards. La nuova produzione di quest’anno è la Gazzetta con Enrique Mazzola e la regìa di Marco Carniti che vorrà certamente dirci qualcosa di nuovo rispetto alla pirotecnica messinscena di Dario Fo entrata nei memorabilia del ROF. E poi Gazza Ladra, Inganno Felice e Viaggio a Reims oltre ai numerosi concerti.
A Spoleto l’inaugurazione del Festival dei Due Mondi (il 26 giugno) è con Così fan tutte con la direzione prestigiosa di James Conlon, la regia di Giorgio Ferrara, l’Orchestra Giovanile “Cherubini”, quella di Riccardo Muti: si tratta infatti dell’avvio di una coproduzione della trilogia italiana Mozart-Da Ponte destinata ad essere ripresa anche al Ravenna Festival.
E a proposito di Ravenna Festival, il percorso dantesco che continuerà fino al 2021, settimo centenario della morte, è iniziato alla grande al Teatro Alighieri con la video-opera con live electronics L’amor che move il sole e l’altre stelle, importante commissione del festival a Adriano Guarnieri che si avvale di un imponente apparto tecnologico, con la regia del suono di Tempo Reale, tre voci soliste, Sonia Visentin, Claudia Pavone e Carlo Vistoli, direttore Adriano Borgonovo, regìa di Cristina Mazzavillani Muti. A controbilanciare Dante, sempre all’Alighieri, c’è il terragno Falstaff verdiano-shakespeariano, che vede l’unica performance italiana di quest’anno del grande Riccardo Muti.
Ma anche il festival della Valled’Itria a Martinafranca si espone sul fronte dell’opera contemporanea con la prima assoluta di Le braci di Marco Tutino dal romanzo di Sandor Marai, dal 15 luglio (mentre a giugno l’Opera di S . Francisco presenta, di Tutino, Two Women dalla Ciociara di Moravia), e poi propone le riscoperte a cui ci ha abituato, stavolta del Don Checco di Nicola De Giosa e della Medea in Corinto di Giovanni Simone Mayr, e completa l’offerta con la deliziosa opera per bambini Re Tuono di Daniela Terranova.
La foto di apertura del Festival di Bayreuth è di Reuters