-di Majlend Bramo-
Anche I miei genitori ci sono passati. Senza le stesse lotte ma con le medesime paure e speranze per il futuro. Avevo 2 anni quando la mia famiglia emigrò in Italia. Nel 1990 l’Albania stava uscendo da uno dei regimi comunisti più rigidi e tra la gente c’era il timore che le cose potessero solo peggiorare. Ero troppo piccolo per ricordare, così ho deciso di vedere io stesso cosa hanno visto i miei genitori. Quanti orrori devono capitare nel tuo paese prima di deciderti di lasciarlo? La migrazione di questa massa di persone che stanno attraversando i Balcani è stata una delle più grandi del recente passato. Come riporta l’UNHCR, nel 2015 1 milione di migranti ha raggiunto l’Europa, 800000 dei quali è passata dalla Turchia per raggiungere l’Egeo e da lì la Grecia, la porta dell’occidente.
Ho visto volti. E ho rivisto me stesso in ogni piccolo, i miei genitori in ogni giovane, adulto. Chi sono queste persone? Da cosa e da dove stanno scappando? E’ questa la domanda giusta da fare? Perché ogni singolo migrante potrebbe dare una risposta diversa e tutte le risposte potrebbero avere la stessa importanza. Sono persone; questo è ciò che importa. In Europa conosciamo bene la sofferenza. I nostri ultimi 2500 anni sono stati una successione di guerre e migrazioni. Ma siamo in grado di ricordare cosa significhi abbandonare il paese che ci ha dato i natali?