Sante Galante e l’arte di rispondere a un invito

 

– di Sante Galante –

Che sia scritto oppure orale, formale o in amicizia, non darvi una risposta è una mancanza nei confronti di chi organizza. Ma è lecito domandare proprio tutto?

Nel nostro ultimo incontro abbiamo parlato dei cosiddetti “doveri” di chi organizza un evento, ricordando che chi invita – ad esempio a un ristorante – è anche colui che paga il conto. Ricordate? Vi è però mai capitato di metter su una cena e ritrovarvi il giorno stesso con la lista dei presenti ancora incompleta? Se, come me, rientrate in questa categoria e avete perso la pazienza più di una volta, ben sapete cosa significhi rispondere nei tempi consoni a un invito. In caso contrario vi suggerisco di leggere con attenzione queste poche righe per non essere maledetti anche dai Vostri amici più cari.

 

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Così come per chi invita, il rispetto dei tempi è fondamentale anche per chi deve rispondere. Per una cena sabato prossimo, ad esempio, quando pensate di comunicare il vostro responso: venerdì notte dopo esservi lavati i denti? La regola è semplice. Non tenete troppo sulla corda l’amico o il collega, specie se ha conoscenze fluenti e influenti, tali da far fiorire o affogare una carriera. La vostra, tanto per intenderci. Rispondete il prima possibile, magari entro un paio di giorni dall’invito. Soprattutto se questo è stato fatto – come d’uopo – sette/dieci giorni prima dell’evento doc.

Da non sottovalutare la metodologia della risposta. Tutto va in base al grado di confidenza e a quello di formalità del vernissage. Se per una cena del sabato sera a casa di amici è possibile comunicare il proprio responso anche via sms o WhatsApp, più consigliato è l’uso del telefono (o della mail) quando il grado di formalità sale e maggiori sono le info da scambiare. Le indicazioni stradali, ad esempio, ma anche le proprie eventuali allergie e come contribuire alla buona riuscita della serata. Pensate di riuscire a comunicare tutto con un semplice “wappino”?

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Una domanda potrebbe adesso sorgere spontanea: in caso di telefonata, è possibile chiedere tutto, ma proprio tutto, al nostro amico/collega ospitante? Pensateci un attimo. Se la risposta è affermativa state fermi un giro e non passate dal Via. Ma semmai dalle Forche Caudine. Ci sono infatti cose che non è mai educato domandare. Qual è il resto della ciurma ad esempio (“Oh, ma chi c’è? Perché sennò…”); così come la lista completa del menù (“Allora che se magna?”) e se è possibile intervenire con qualcuno di nostro alto gradimento (“Posso dirlo anche ad Andrea, Gino, Giulio, Gigia e Mohamed?”).

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Non dimenticate poi che i Vostri doveri di ospiti ospitati non si esauriscono qui. Obbligatorio anche comunicare se la sera stessa si porta un ritardo superiore ai 5-10 minuti, non presentarsi mai a mani vuote (una bottiglia di vino, una torta home made o un mazzo di fiori sono d’uopo) e appena possibile contraccambiare l’invito. Una telefonata nei giorni successivi per ringraziare e complimentarsi dell’organizzazione potrebbe infine suggellare una stretta amicizia. E se non potete essere presenti? Una pianta o un mazzo di fiori, accompagnati da un biglietto di scuse, non sono ipotesi da sottovalutare. Ma attenzione alle gaffes: Sante Galante consiglia prima di leggere un precedente articolo in materia.

 

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