Rogue One: Star Wars colpisce ancora!

– di Gianmarco Caselli –

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La saga di Star Wars è tornata viva, più viva che mai con Rogue One: a Star Wars Story. Se Episodio VII – Il risveglio della forza uscito nel 2015 vi aveva lasciati delusi, Rogue One riaccende la speranza di tornare ad avere nel futuro una concezione dell’opera più vicina alla trilogia originale che ha appassionato molti di noi. Forse è la prima volta che abbiamo una ripartenza convincente della saga: i prequel dello stesso Lucas erano stati una delusione, eccezion fatta per il terzo episodio. Certo, Il Risveglio della forza con la regia di Abrams aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a molti fan: pur senza Lucas la saga riprendeva. Però troppi elementi non avevano convinto, primo fra tutti Kylo Ren che, come cattivo di turno, non è neppur lontanamente paragonabile a Darth Vader.

Con Rogue One invece i piedi sono ben saldi dentro lo spirito originario della saga e, dopo addirittura quaranta anni dall’uscita del primo film nel 1977, vengono date le risposte a una serie di interrogativi. Proprio per questo, nonostante sia stato presentato come uno spin-off, è difficile considerarlo tale: non si parla di vicende parallele alle storie ufficiali, ma di eventi che si incastrano perfettamente nelle stesse; anche questo, probabilmente, è uno dei punti di forza del film. Gli stessi costumi, lo stile e l’aspetto dei personaggi, si ricollegano direttamente all’episodio del ’77.

Di Star Wars non abbiamo lo stesso umorismo, eccezion fatta per alcune battute del droide K-2SO, e non abbiamo Jedi e spade laser oltre a Vader: della Forza se ne parla e basta, non esiste più, come i Jedi. La Forza è ormai una leggenda. Chi ci crede fermamente è lo spettacolare personaggio di Chirrut Îmwe, ma essa non lo proteggerà fino alla fine.

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Quella di Rogue One, per quanto si parli di genere fantascientifico, è una storia di guerra molto realistica e proprio per questo convincente: gli stessi personaggi ribelli sono personaggi reali, imperfetti, a volte contraddittori e senza superpoteri; non sono spacconi, hanno paura e ognuno di essi emoziona, è ben delineato con un proprio carattere, al punto tale che possiamo immaginare una storia personale per ciascuno di essi. Funzionano tutti: sarà difficile dimenticare personaggi come Jyn Erso interpretata da una grandiosa Felicity Jones, Cassian Andor (interpretato da Diego Luna), Saw Gerrera (Forest Whitaker) o Chirrut Îmwe (Donnie Yen); sarà difficile sopportare di non vederli mai più in altri film.

 

A proposito di personaggi è sempre utile ricordare che due di essi sono stati ricreati con la CGI: il governatore Tarkin – l’attore che lo interpretava è già morto da alcuni anni – e la giovane Principessa Leia. Gioco del destino, proprio mentre il film nelle sale cinematografiche si chiude con il volto di Leia, Carrie Fisher, sua storica interprete, chiude i conti con la vita e muore.

Per000243092-1 quel che riguarda personaggi che ritornano, il grande atteso era lui, Darth Vader. Fortunatamente le sue apparizioni sono dosate, non abusate, e sono quelle che fanno impazzire di più i fan: la scena finale con il Signore dei Sith che avanza nel corridoio lanciando i soldati ribelli per aria con il potere della Forza è probabilmente quella più memorabile di tutto il film: il terrore sul volto dei ribelli è palpabile, immenso e incontrollabile come il potere oscuro di Vader.

Rogue One lascia con il fiato sospeso e appassiona sia per i contenuti sia per il suo essere a tutti gli effetti un film che può essere inserito nella saga regolare. Si tratta di un regalo del regista Gareth Edwards che i fan di Star Wars non dimenticheranno facilmente; e visto che tanti misteri ci sono stati svelati dopo quasi 40 anni, ci conviene essere salutisti e vivere più a lungo possibile per sapere cosa ci verrà svelato fra altri 40 anni dell’universo di Star Wars.

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