-di Massimiliano Morelli –
Tutto quanto fa spettacolo, è vero, e dai tempi delle olimpiadi di Berlino 1936, complice l’efficientissima macchina della propaganda nazista, le olimpiadi non fanno eccezione, anzi. Le atlete sono spesso belle, ma insomma, ecco l’appello di Massimiliano Morelli a privilegiare lo sport. Rio 2016, grazie di cuore
Allison Stokke (per chi vuole divertirsi cliccate il profilo instagram che vi abbiamo linkato), classe 1989, non è certo miss universo, ma un bel nove e mezzo nella classifica del maschio italiano che straparla di donne senza poi avere il coraggio né tanto meno l’eleganza di corteggiarle, se lo prende tutto. Saltatrice con l’asta, californiana (e qui riprende il viaggio onirico dell’italiano medio, figlio dei latin lover veri, stile anni Sessanta/Settanta e tutt’altro che vittime del “guardare e non toccare è roba da crepare” che oggi ha fatto proselitismo grazie al web), la Stokke sbarca a Rio più per mostrarsi – come ha fatto finora sui social – che per conquistare la medaglia d’oro, e la sua presenza in Brasile somiglia tanto a quella della giavellottista paraguayana Leryn Franco (voto otto e mezzo).
Ricordate? Dopo aver fatto strabuzzare gli occhi ai navigatori della Rete, si classificò al trentaquattresimo posto a Londra, Olimpiade 2012. Ora, non è che stiamo a discettare sull’atletismo e sulla fisicità delle giovanotte in questione, loro almeno un’Olimpiade da atlete potranno dire di averla vissuta mentre chi scrive l’unico titolo olimpico che potrebbe vincere sarebbe quello di campione di pane, nutella e ricotta, qualora introducessero la specialità. Ma pure a uno come Poldo Sbaffini, l’amico sonnolento di Braccio di Ferro, e perfino a Ciccio di Nonna Papera, veri e propri superman della mangiata, andrebbe di traverso quell’ostentazione di bellezza femminile che accompagna da qualche tempo a questa parte lo sport.
Ormai non si parla più di quel che accade in campo, ma delle mise delle wags presenti in tribuna, chi perché moglie, madre, figlia, compagna o cugina del campione di turno, chi per mera pubblicità, facile appannaggio per esempio di Mayte Flores (voto 7), tifosa boliviana regina mondiale dei link sui social.
Ora, premesso che il campione di pane, nutella e ricotta cui accennavamo prima (e che sta scrivendo) ha una passione smodata per il gentil sesso, riesce comunque a sorgere qualche interrogativo sull’utilità d’insistere coi selfie da spalti e con le riprese acchiappa dodicenni, allupati specie se i genitori hanno bloccato certi siti internet e nel contempo ingenui per non saper, al momento, aggirare l’ostacolo. Stiamo parlando sempre di sport? O qualcosa nel frattempo è cambiato e m’è sfuggito qualche passaggio? No perché poi, e questo non se lo perdonerebbero neanche Poldo e Ciccio, diventa difficile capire perché lo spettacolo mi è stato spostato di colpo dietro le quinte e non più sui campi di gioco.
A noi comunque può bastare la presenza di Gisele Bündchen (voto 10 con lode) che presenzierà la cerimonia inaugurale di Rio 2016 ma poi si assieperà buona-buona (?!?) sugli spalti per assistere alle gare. Anche perché se invece d’una gara si deve assistere a una sfilata di moda, poi c’è il rischio – come accadde a Pechino 2008 – che qualche cronista poco avvezzo alla disciplina sportiva si soffermi troppo nel chiacchiericcio dedicato al lato B delle giocatrici di beach volley.
Foto di copertina dal profilo Instagram di Allison Stokke (@onexwonder)