RILEGGIAMOLI. DOPO LA PERDITA DI LORENZO ORSETTI, MA CHI SONO I FOREIGN FIGHTERS?
-di Giulia Caruso-
“Quando sei sotto il fuoco di un mortaio e senti pompare l’adrenalina capisci che non puoi farti annientare dalla paura, altrimenti sei morto. E la paura è l’arma più potente che Daesh ha in mano”. Lo sa bene Tim Locks, trentottenne inglese che nel febbraio del 2015, ha venduto casa, si e’ licenziato dal suo lavoro di addetto alla sicurezza in un locale di Staines nel Surrey e si e’ diretto nel Kurdistan Iracheno per unirsi alle milizie peshemerga a combattere in prima linea contro Isis.
Ritornato in Inghilterra ha deciso raccontare la sua esperienza in un libro Fighting Isis , i cui proventi, come giura, saranno reinvestiti nella causa. Tim non e’ il primo civile che decide di andare alla guerra contro Isis, da cane sciolto. Fa parte di un fenomeno, quello dei Western Fighters, destinato a crescere. Una specie di esercito non convenzionale composto da volontari americani e britannici ma anche francesi, spesso ex militari che non si rassegnano ad appendere le armi al chiodo, ma anche da civili di ogni estrazione sociale e orientamento politico.
Scrive Michael Mc Evoy del Middleeasteye “Sono persone di tutti i tipi: giovani e vecchi , atei e credenti, anarchici e conservatori . Ex veterani dell’esercito, ma anche artisti e attivisti. Molti non hanno niente in comune se non l’odio verso Isis, e, in molti casi un grande rispetto per i curdi.”
Anche Tim non e’ un mercenario ne’ un soldato di professione. Piuttosto si definisce “uno che ha sempre disprezzato i prepotenti” “E Daesh, ne e’ l’esempio più’ grande. Mi sono deciso a partire quando ho visto cosa stavano facendo ai yazidi intrappolati sul monte Sinjar. E ho capito che non potevo nascondere la testa sotto la sabbia come uno struzzo e far finta che non fosse successo niente.”
E allora il buttafuori del Surrey ha fatto tutto da solo. A proprie spese ha comprato armi ed equipaggiamento. E da solo, almeno all’inizio si e’ addestrato. Poi si è rivolto a un ex militare scozzese, veterano della Guerra del Golfo, che all’inizio lo prendeva in giro e che alla fine , davanti a tanta determinazione, si è deciso a dargli una mano.
“Sapevo che altri volontari occidentali si erano uniti ai curdi contro Isis e ho pensato, se altri come me lo hanno fatto, posso farlo anch’io. Una volta laggiù, ho scoperto comunque che se molti si arruolano perchè sinceramente vogliono aiutare i curdi, altrettanti lo fanno soprattutto per soddisfare il proprio ego. Fregandosene del fatto che ogni western figter costuisce una preda senza prezzo per qualsiasi combattente dell’ Isis”
Fighting Isis è la narrazione cruda e onesta dell’esperienza di un soldato “fai da te” che si trova di colpo catapultato negli orrori della guerra. Con un pizzico di black humour, Tim Locks racconta cosa si prova a combattere in prima linea sotto la pioggia di fuoco dei mitra della guerriglia , a fianco di combattenti di grande calibro come i curdi. E dei raid per stanare il nemico dai villaggi occupati muovendosi in mezzo ai cadaveri . Ma si diverte anche a raccontare che grazie alla connessione wifi che spesso non manca, anche in prima linea, c’e’ sempre qualcuno che si scatta un selfie in mezzo ai combattimenti.
Prima di ritornare al fronte, ha lanciato anche un sito web , improvethesituation., che fornisce informazioni pratiche per aspiranti volontari. Ma avverte: ” Se decidete di andare laggiù, dovete prima chiedervi perchè. E chiarirvi che l’unico obiettivo è aiutare quelle popolazioni. E che non si tratta di una vacanza più avventurosa del solito. Si tratta di un’esperienza che cambierà la vostra vita come ha cambiato la mia”
Fotocopertina: Tim Locks al fronte (The Independent)