–di Giulia Caruso-
Nel cuore di Londra, uno spettro aleggia sul portone del numero 10 di Downing Street. Sta spiando la signora in spolverino e scarpe leopardate che da poco vi si e’ trasferita. E’ il fantasma di Margareth Thatcher, evocato da tabloid e televisioni di mezzo mondo, da quando Theresa May, la nuova inquilina e’ diventata la donna più’ potente d’Inghilterra, dopo Sua Maestà la Regina , of course.
Mrs Thatcher sorride compiaciuta pensando che finalmente, dopo 26 anni, da quando lei stessa in lacrime, si era chiusa alle spalle il portone del 10, una donna e’ arrivata a rimettere ordine nello spaventoso caos del suo paese all’indomani del Brexit.
-Se la nuova “ragazza” è capace, si vedrà- pensa l’ex Lady di Ferro, Intanto, tutti si affannano a cercare punti in comune tra le due dame . A cominciare dall’Università. Theresa come Margareth ha studiato ad Oxford. Come lei ha un marito devoto, conosciuto da studentessa, e che forse vivrà’ alla sua ombra, come all’epoca fece il suo Denis.

Margareth Thatcher con il marito ai funerali di Airey Neave. leader dei Tories- Aprile 1979. (Getty Foto)
Con buona pace di Mrs Thatcher , Theresa May si sta facendo notare come donna energica e dotata di senso pratico. Tanto che dopo l’inchino e il baciamani alla Regina, si e’ subito affrettata a rimboccarsi le maniche per traghettare la Gran Bretagna fuori dalla Ue alle migliori condizioni. Ma prima di volare da Frau Merkel e da Monsieur Hollande, si e’ levata lo sfizio didi bacchettare il buon Jeremy Corbin. ormai duramente sbatacchiato dalle diatribe interne al suo partito, definendolo un boss senza scrupoli. Gia’, i laburisti! Altro problema da risolvere e alla svelta.
Noiosa ma competente, come l’ha seccamente bollata The Independent, anche May, ha un forte senso del dovere e un senso dello Stato come entità sovrannaturale a cui immolare vite umane se necessario. Da Margareth Thatcher ha ereditato devozione alle regole e moralità ferrea. Come si conviene alla figlia di un pastore anglicano, si dedica alle opere di beneficenza e ci tiene a farlo sapere. Forse per espiare le troppe durezze di quando era Home Secretary, ovvero ministro dell’Interno , carica che ha ricoperto dal 2010 fino al momento della sua elezione a metà luglio. Come non ricordare la feroce determinazione con cui attacco’ l’Imam Abu Qatada , sospettato di essere il braccio destro di Bin Laden, ottenendone l’espulsione dal Regno Unito e assicurandosi così il titolo di salvatrice della patria. Patria per cui sembra disposta a tutto, tanto da dichiarare di essere pronta a usare le armi nucleari se necessario. Lo ha detto forte e chiaro durante la seduta per la discussione del Piano Trident, lo scudo nucleare del Regno Unito. Patria che difende con le unghie e con i denti anche dall’altro incubo che affligge molti inglesi, ovvero i migranti.
Come l’anno scorso quando affermò a muso duro che la Gran Bretagna non avrebbe accolto nemmeno i rifugiati siriani, crepi la politica dell’accoglienza imposta dalla Ue. Tutto per compiacere l’ elettorato, sia quello moderato e benpensante, sia quello apertamente xenofobo e razzista. Theresa sa essere austera, quasi bacchettona e, allo stesso tempo, stravagante. Proprio come si addice a una vera british vecchio stampo. Come rivelano anche le sue scelte in materia di look. Usa colori sobri ma osa e scarpe variopinte, gonne scozzesi e spolverini improbabili e non nasconde la sua adorazione per Vivienne Westwood. Mostra le ginocchia sotto gonne svolazzanti ma va a messa tutte le domeniche. Si dichiara favorevole ai matrimoni gay. Si autodefinisce femminista, ma c’è da aspettarsi che farà ben poco per le donne inglesi. Soprattutto per quelle che soffrono perché vittime di un sistema educativo fallimentare, quelle che abbandonano la scuola causa gravidanze in giovanissima età e che a 30 anni sono già distrutte dall’alcool e ben lontane dal mercato del lavoro. Donne dal portafoglio ridotto all’osso dai tagli al welfare. Donne di tutte le età, anziane in testa, ridotte a riempirsi la borsa della spesa gratis alle food banks perché non possono andare nemmeno al supermercato. Quelle donne che saranno le prime vittime di nuove e sadiche austerità in nome della salvezza dell’economia nazionale.
Così è Theresa, a cui bisogna riconoscere un gran coraggio, forse dettato da un’immensa arroganza, che in questo caso le rende merito. Ha accettato di essere al timone di un paese al bivio, con una moneta che oscilla paurosamente e una posizione sullo scacchiere internazionale tutta da giocare. Una patata bollente che molti uomini avrebbero rifiutato. E che lei ha accettato malgrado soffra di diabete che la costringe a iniezioni di insulina due volte al giorno. Roba che lei affronta con disinvoltura tra un seduta in parlamento e un incontro diplomatico al vertice.
Riuscirà la signora a salvare un regno sempre più disunito, con la Scozia che minaccia secessione e con l’Irlanda del Nord di in fibrillazione? Riuscirà ad annientare il terrorismo islamico, magari impugnando la spada di San Giorgio contro il drago? Riuscirà’ a rendere la City ancora appetibile per gli spregiudicati businessmen dell’alta finanza internazionale? Non lo sappiamo. lei giura che ci riuscirà. E sappiamo anche che non ci sarà nessuno a tenerle testa. Nemmeno un minatore , come invece accadde nel 1984, quando il fronte delle miniere di carbone organizzò lo sciopero più’ lungo della storia inglese, riuscendo a far tremare anche quella Iron lady a cui il nuovo Theresa vuole tanto assomigliare.
Foto di copertina- Il primo discorso di Theresa May da primo ministro (da http://www.mirror.co.uk/news/uk-news/what-theresa-actually-believes-15-8411287)