Quei “pattini di Daniela” che regalano sempre emozioni

di Pietro Paolo Dorigo
Lo sport regala spesso straordinari spunti per racconti affascinanti e quanto mai utili per capire e capirci meglio. Esistono storie di campioni che sono andati per la maggiore, alcune sviscerate sotto ogni sfaccettatura. Basti pensare a un calciatore come Francesco Totti, al quale sono stati dedicati una sessantina di titoli. Sessanta libri scritti da altrettanti scrittori più o meno nobili e qui, scavalcando le considerazioni sulla capacità di chi scrive e descrive, viene da pensare che sessanta libri dedicati a un calciatore, sia pur campione come l’ex capitano della Roma, possano rappresentare una storpiatura, se non altro perché, ai totali, si rischia facilmente di replicare cose già scritte in precedenza. Bypassando comunque quel “troppo che storpia”, viene in ogni caso facile ragionare sul come alcune discipline sportive siano state in grado di essere raccontate con sapienza e dovizia di particolari, e nel tempo abbiano avuto la capacità di accompagnare il lettore in territori magari fino a quel momento inesplorati, ma che diventano di colpo affascinanti. Basti pensare al pugilato e al tennis, per esempio, attività di “massa” che se raccontate con semplicità riescono a intrigare anche chi non sa come sia fatto un ring o una racchetta da tennis. La scelta di Massimiliano Morelli, giornalista romano con spiccate capacità di immedesimazione nei personaggi raccontati, ricade su uno sport erroneamente considerato minore, il pattinaggio, e su un’atleta normale, Daniela Marinelli, classe 1964. L’autore racconta la storia della pattinatrice senza cercare lo scoop, ma elargendo estrema facilità di sintesi, la stessa semplicità (apparente) che serve al pattinatore navigato per realizzare un triplo axel. “I pattini di Daniela”, scritto per la collana “The Caremani Side of Sport” della Bradipolibri edizioni, è un ebook attraverso il quale Morelli descrive in maniera discreta ma con dovizia di particolari la vita di Daniela Marinelli, azzurra del pattinaggio artistico a rotelle negli anni Ottanta. Non c’è la ricerca dello scoop, anzi, da parte di chi scrive vige il desiderio di offrire una lettura utile al ricordo, quasi col desiderio di trasformare il manoscritto virtuale (in vendita tramite Amazon) quasi in un “aspetto sociale”, avvicinando un’atleta che fu di interesse nazionale a quella platea di bimbe, ragazze e monelli che s’avvicinano al pattinaggio. E il fiume di ricordi che affiora trasforma la lettura in un dolce navigare, mentre il lettore che s’è fatto trascinare dalla corrente in maniera lieve alla fine si pone sempre la stessa domanda: “Peccato sia già finito”.
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