– di Giulia Caruso-
Sarà perchè ci sono abituati a suonare con le pallottole che fischiano dietro lo orecchie, che gli Stiff Little Fingers, gloriosa punk band di Belfast, ha sfidato la paura decidendo di calcare il fronte del palco , martedi 18 novembre al Backstage by The Mill, un locale dalle parti del Moulin Rouge. Hanno suonato con la passione di sempre, scatenando l’entusiasmo dei fan, come testimoniano le immagini che in diretta facevano il giro del web e accendendo una fiamma di pace e musica nella notte di Parigi.
Gli Stiff Little Fingers, che suoneranno anche in Italia, a Ravenna, il 28 novembre, sono stati i primi a esibirsi nella capitale francese, all’indomani dell’eccidio di venerdì’ 13 . 129 vittime, in maggioranza giovani, massacrati da un commando dell’Is, al concerto degli americani Eagles Of Death Metal. Un esempio, quello della band di Belfast, subito seguito dagli Scorpions, la band metal tedesca, ha infatti confermato la data del 24 novembre.
“Grazie per essere venuti, ha detto il cantante Jake Burns, prima di imbracciare la chitarra. Faremo un concerto normale, ci sembra l’unica cosa da fare. Tutti nel mondo sanno cosa è successo qui e voi siete nei cuori di tutto il mondo” .
Gli Stiff Little Fingers, che in una città in perenne stato di guerra ci sono nati e cresciuti, alla notizia della strage, non ci avevano pensato nemmeno un attimo a disdire la data. Anzi sabato sera, dopo il concerto alla Ulster Hall di Belfast, Jake Burns aveva annunciato ” Suoneremo a Parigi, so cosa si prova quando un concerto viene annullato a causa della guerra. Sono cresciuto nella Belfast degli anni 70 durante i Troubles, me lo ricordo bene, ho sempre sofferto anche per essere stato deprivato della possibilità di godere della musica dal vivo.”
La band si era formata nel 1977, sull’onda d’urto del punk britannico che aveva visto fiorire gruppi come Clash, Sex Pistols, Damned. Con brani come Nobody’s Hero, con cui l’altra sera a Parigi hanno aperto il concerto, Tin Soldiers, Suspect Device, Alternative Ulster, diventarono i portavoce di una generazione di giovani nordirlandesi che viveva la musica come atto di ribellione, ma anche come momento di pacificazione che andava al di là del conflitto che all’ epoca insanguinava l’Irlanda del Nord. Jake Burns racconta che nell’ottobre del 1977. quando il concerto dei Clash fu annullato dal City Council all’ultimo momento perché si temeva una sommossa, si ritrovarono a urlare ” Ruc SS !” contro le cariche della Royal Ulster Constabulary, la polizia dell’Irlanda del Nord. Fianco a fianco, giovani cattolici e protestanti , una volta tanto, uniti nel nome della musica.