Monica Silva, brasiliana gioiosa e leggiadra, pronta ad abbracciare l’esistenza in ogni suo aspetto e a interpretarne ogni più impalpabile segnale, è tra i fotografi-ritrattisti più significativi attivi oggi in Italia.
Che sia per il Corriere della Sera, per Vanity Fair, qualche casa discografica o semplicemente per approfondire la propria ricerca espressiva, nei suoi scatti Monica riesce a catturare l’indicibile, cogliendo la malinconia o la curiosità di uno sguardo, il pensiero, l’ansia o la svagatezza di una posa, insomma la persona dietro il personaggio.
Le abbiamo chiesto di commentare per noi alcuni ritratti di personalità dello spettacolo e della cultura che ha avuto modo di ritrarre. E ogni sua osservazione aggiunge una piccola ma significativa chiave per farci leggere e comprendere meglio chi nutre il nostro immaginario. PER SCOPRIRE I PARTICOLARI DEI RITRATTI BASTA ATTIVARE LO ZOOM SU OGNI SINGOLA IMMAGINE, CHE SI APRIRA’ IN GRANDEZZE DIVERSE
Testi di Monica Silva raccolti da Silvia Poletti
Nicoletta Mantovani come una Geisha
Il mio servizio sull’Antologia di Spoon River nella quale cercavo di interpretare i testi di Masters attraverso il mio obiettivo e che mi ha spinto ad approfondire il rapporto tra psicologia e ritratto mi ha lanciato definitivamente come stage photographer. Mi interessa molto infatti l’idea che l’immagine possa rivelare, nell’interpretazione, il riflesso di un’anima. Conoscevo Nicoletta Mantovani da molto tempo perché ho avuto l’occasione di lavorare varie volte con Luciano Pavarotti. Mi aveva molto colpito l’atteggiamento dolce, devoto e docile di Nicoletta nei suoi confronti. Immediatamente l’avevo abbinata all’idea di una geisha.
Qualche tempo dopo ha accettato di posare per un mio ritratto e le ho allora proposto di apparire in questa veste. Lei è rimasta colpita dalla proposta, e sorpresa: “Perchè mi chiedi questo?“ Mi ha chiesto. “Non so, -le ho risposto- in un flash mi sei apparsa così”. Lei allora mi ha raccontato, emozionata, che una veggente cui Luciano si affidava spesso, un giorno l’aveva volutamente fermata per dirle che Luciano era nel suo destino da molte vite passate. E in una di queste vite si erano incontrati e amati in Giappone.
I pensieri di Paolo Sorrentino
Ci sono delle persone che mi ispirano e che ammiro profondamente e che quindi desidero in particolar modo fotografare. Paolo Sorrentino è una di quelle: i suoi film sono per me fonte di ispirazione molto forte. Quando per Sette del CdS mi è stato chiesto chi potevo proporre per il servizio ‘Una giorno nella vita degli Italiani’, immediatamente ho chiesto di ritrarlo. Lui non ama essere fotografato, ma alla fine ha accettato. E mi è apparso esattamente come me lo immaginavo.
Introverso, timidissimo e allo stesso tempo immerso nel suo mondo poetico. Mentre preparavo il set, lui stava lì, seduto alla sua scrivania immerso nei suoi pensieri e scriveva, scriveva avvolto da una nuvola del suo sigaro. A un certo punto gli ho chiesto di dare una ‘tirata più forte’ e lui quasi distrattamente ha aspirato il fumo del suo tabacco facendone uscire una nuvola. La nuvola dei suoi pensieri.
Ritratto di Renato Pozzetto
Mi avevano detto che Renato Pozzetto è un tipo burbero e dopo la perdita della moglie anche molto triste e non troppo malleabile. Ho invece incontrato una persona dolce, delicata, fragile e il suo viso, così pieno di segni e di vita vissuta mi suscita tenerezza.
La purezza infantile di Ezio Raimondi
Quando arrivai nella sua incredibile casa, sommersa da migliaia di libri sono rimasta incantata. Mi affascinano i luoghi dove gli intellettuali e gli artisti vivono il loro giorno e creano il proprio habitat.
E d’altro canto mi stupiva il fatto che questa personalità, così autorevole e importante, a sua volta rimanesse affascinato dal modo che avevo di montare il set, sistemare le luci e altro. Ezio Raimondi mi confessò che stavo realizzando un suo sogno e che per questo era tutto emozionato: desiderava da sempre avere un bel ritratto fotografico. Mi sembrò un bambino per lo stupore e l’innocenza con cui viveva questa esperienza. Una purezza infantile.
Ritratto di Cristiano Malgioglio
Chi vive nel mondo dello spettacolo e della televisione oggi è vittima di un meccanismo spietato che non concede la minima défaillance fisica o di età. Bisogna apparire sempre al massimo. Chissà quante sedute fotografiche dovrei fare per far vedere chi è davvero questo uomo, libero per una volta dall’ingranaggio in cui è coinvolto!
Mika: il miele in persona
Un artista coltissimo, intelligente, di rara educazione. Solare, sereno. Quando è venuto al Corriere della Sera per una intervista con Cotroneo ho dovuto seguire tutto l’incontro. Però questo scatto è venuto in maniera del tutto inaspettata, per lui.
Era finalmente rilassato, dopo l’intervista, quando l’ho chiamato a me e ho scattato. Da quest’immagine esce tutta la sua delicatezza, l’aspetto fanciullesco, ma anche la curiosità di uno sguardo intelligente e profondo.
Il ritratto di Toni Servillo
Così come Sorrentino è un artista che mi piace moltissimo. L’ho letteralmente inseguito perché è costantemente oberato dalla richieste di fotografi e giornalisti e per difendersi alza inevitabilmente delle barriere. Ma io non mi do per vinta. Credo che se vuoi fortemente una cosa, arriva. E volevo ritrarre Toni Servillo. Il primo incontro a Milano non è stato inizialmente incoraggiante. Io gli ho manifestato la mia ammirazione e desiderio di ritrarlo e lui si è mostrato molto refrattario. Ma io l’ho colto di sorpresa dicendogli: ‘Mi dispiace, non accetto un no. Ti lascio il mio book, così mi dirai come e quando’. A quel punto, quasi meccanicamente ha allungato la mano per prenderlo, ha iniziato a scorrerlo e dopo aver visto le foto, mi ha concesso due ore di tempo, al Teatro Argentina a Roma, dove con il fratello Peppe recitava ‘Le voci di dentro’. Quando sono arrivata, le due ore si sono trasformate in trenta minuti, perché quella sera sarebbe andato a vedere lo spettacolo il presidente Napolitano e Toni voleva prepararsi ad accoglierlo. Per fortuna gli scatti hanno funzionato. Al punto che sono diventati i suoi ritratti ufficiali.
L’anima brasiliana di Mario Venuti
Mario Venuti è un artista che amo molto e che nonostante il suo modo di presentarsi, sempre avvolto da atmosfere cupe, ha una sua luce interiore. Per questo ho voluto inserirlo in un contesto luminoso, solare, legata alla sensualità della vita, al gusto delle cose che ha.
E poi ha un’anima brasiliana, non solo perché ha vissuto in Brasile e canta perfettamente in portoghese, ma perché ha una sensibilità molto simile alla nostra.
Stefano Bollani: l’energia di un guerriero antico
Stefano Bollani è un uomo straordinario. Pieno di ironia, disponibile, speciale oltre all’ immenso talento che ha. Si è prestato per le mie fantasie collaborando con grande divertimento. Io lo vedo come un guerriero antico, che viene da lontano, dall’energia e dalla voglia di conquistare ancestrali. Siccome nel set avevamo solo abiti comuni o alcune stoffe da sistemare, abbiamo deciso di abbigliarlo come un antico samurai.
Anna Maria Barbera
Devo confessare che non sapevo molto di lei, salvo che era un’attrice comica in grande ascesa. Quando sono arrivata all’hotel dove alloggiava per fotografarla inizialmente ho sentito una certa resistenza perché mi sembrava molto intimorita dalla paura di apparire non bella perché secondo lei la fotografia è spietata e congela i lati meno belli delle persone. Percepivo che Anna Maria Barbera, donna sensibile e colta, sentiva questo set quasi una triste forzatura. A quel punto, cosa che non faccio mai, ho chiesto al mio assistente di portarci due bei flutes di spumante. Allora Anna si è sciolta, ha sentito che comprendevo la sua paura e che volevo aiutarla a rilassarsi e da lì si è lasciata andare. Ma l’idea che fosse una persona indifesa e spaurita, nel mondo duro della televisione con le sue regole spietate, mi è un po’ rimasta.
La fantasia di Roberto Innocenti
La sua grandezza di illustratore, di fama mondiale, si riconosce nel dettaglio meticoloso, nella precisione del tratto, nella cura minuziosa con cui crea i suoi personaggi e i suoi mondi. Come potrebbe se dentro di lui, che appare un uomo grande, forte, con un vissuto importante, non vivesse ancora quel fanciullo innocente e pieno di fantasia che abita le sue immagini? E’ quello che ho cercato di catturare nella mia foto.
Colin Firth e Michael Fassbender
Il red carpet dei grandi festival del cinema è una bolgia nella quale devi combattere con tutte le tue forze per farti spazio tra i colleghi e soprattutto cogliere l’attimo in cui l’artista è tutto per il tuo ‘terzo occhio’. Entrambi questi due divi, bellissimi e di fascino particolare, li ho fissati sul red carpet dove sono riuscita, miracolosamente, ad attirare la loro attenzione e ho catturato il loro sguardo e il loro sorriso in macchina. Ma vorrei tanto avere una nuova occasione di fotografare Firth. Guardando con il mio ‘terzo occhio’ ho percepito qualcosa di ancora non svelato in lui.
Gillo Dorfles è un incanto
Sono orgogliosa di questo scatto, non solo perché ha vinto il premio di migliore fotografia alla Biennale d’Arte 2011, ma perché conferma una cosa in cui credo molto. Sono fatalista e mi piace leggere ‘segnali’ nei fatti della quotidianità. Credo poi che se ‘vuoi’ puoi veicolare tutte le energie per raggiungere il tuo scopo. Desideravo da tempo fare un ritratto a Gillo Dorfles, così quando il Corriere mi ha chiesto di seguire la sua visita alla Biennale 2011 ho accettato con gioia. Dorfles è un incanto. Energia, vitalità, lucidità intellettuale. La conferma che l’arte salva l’uomo e allunga la vita. Stargli dietro, insieme ai colleghi che ne seguivano la visita, era complicatissimo. Camminava svelto, si fermava davanti a un’opera sempre circondato da un sacco di persone. Ogni tanto mi osservava e mi diceva :”signorina che fa? Mi fa uscire brutto sul Corriere?” , deliziosamente vanitoso. Ad un certo punto il miracolo. Mi trovo da sola con la mia macchina nella sala dedicata a Ghirri, vuota salvo la presenza di una visitatrice che mi sta dando le spalle. Aggiustando l’obiettivo mi dico: “ Che bello se Gillo fosse qui ora”. Alzo lo sguardo e lui è lì, come materializzato. Si avvicina ad una foto di Ghirri proprio davanti a me, aggiustandosi appena il nodo della cravatta. Scatto. Si avvera il sogno.
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