Mario Trovarelli – Psicologia Naturalista * Separarsi da chi…

“Vorrei separarmi da mio marito.”

“Capisco.”

La paziente mi guarda. Dapprima con l’aria di chi si aspetta qualcosa. E subito dopo… manifestando via via un’impazienza sempre maggiore. Come di chi non sta ricevendo l’aiuto atteso.

Io, a mia volta, attendo che la signora mi racconti di sé.

“Ma lei ha capito cosa le ho detto?…”

“sì.… che vuole separarsi da suo marito.”

“E allora?”

“Capisco. Mi dica liberamente quello che le sta passando per la mente.”

“Quello che mi sta passando per la mente?? Ma scusi… lei è uno psicologo… vero?…”

“Sì. Specializzato in psicoterapia.”

“Allora come fa a non capire quello che le sto chiedendo…”

“Desidera istruzioni su come separarsi da suo marito?”

“Oh.. ecco… finalmente ha capito.”

“Vede signora… la mente non accetta istruzioni per l’uso. Ma noi qui, io e lei, possiamo fare molto di più. Come ad esempio percorrere un itinerario insieme per accedere a una modalità nuova, più matura, per affrontare la vita e la situazione difficile come quella che presumo lei stia vivendo.”

” Difficile? Altro che difficile… comunque ho capito. Aveva ragione la mia amica. Voi volete sempre e solo scavare dentro. Non capisco per trovare cosa… il petrolio volete trovare?”

“Sì!… Il petrolio… L’oro nero della sofferenza antica che le si è solidificata dentro provocando malfunzionamenti e crisi ripetute. Potremmo provare a sciogliere i grumi di pece nera che le impediscono di vivere un’esistenza fluida e serena.”

“Lei è… non so… Ma si faccia vedere da uno bravo dottore. E non si azzardi a chiedermi soldi. Perché queste cose me le poteva dire anche il mio amico.”

“Come vuole signora!”

La signora mi chiede se può alzarsi e andare via. Annuisco.

Dopo due giorni mi richiama e si scusa per non aver pagato la seduta e per avermi trattato aggressivamente.

Mi chiede un altro appuntamento.

Viene con un atteggiamento nuovo.

“Forse ha ragione lei dottore. Forse non è da mio marito che mi voglio separare.”

“No?”

“Credo che io debba separarmi da mia madre. Innanzitutto.”

La signora accantonò il progetto di separazione dal marito e seguì con successo un trattamento di terapia psicologica.

Nel corso dell’itinerario si svelò un mondo bloccato da una massiccia attività intrusiva esercitata dalla mamma sin dalla nascita.

La paziente acquistò autonomia sufficiente per decidere di vivere col marito e i suoi due figli. Uno dei quali nato durante il percorso di psicoterapia.

 

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2 Responses to Mario Trovarelli – Psicologia Naturalista * Separarsi da chi…

  1. Loreley Tordi ha detto:

    In questa sua descrizione vedo il limite invalicabile. La barriera. Quel portone gigantesco chiuso e sbarrato, oltre il quale NON SI PASSA. La signora vorrebbe fare entrare lo psicoterapeuta ma non può. Sarebbe troppo doloroso… ma cosa succede dunque? Succede che ad un certo punto, con il suo intervento, le ha fatto sentire di non essere sola… e di essere disponibile ad ACCOMPAGNARLA proprio dove ha paura di entrare e di farla entrare…. il suo intervento le ha trasmesso molto probabilmente calore e un senso di vicinanza che ha portato poi la signora ad allentare quella catena che non permetteva al portone di aprirsi. e si è aperto un varco …. così da poterci entrare con lei, Dottore… un inizio di alleanza terapeutica… gran bel lavoro quello dello psicoterapeuta… ma anche molto molto difficile… sentire il momento adatto per dire proprio quello di cui il paziente ha bisogno implica una chiarezza interiore notevole, ma non solo… è un sentire la qualità e la consistenza di quel filo invisibile che lega noi all’altro …

    “Ma noi qui, io e lei, possiamo fare molto di più” … ecco la chiave per allentare la catena …

    • Mario Trovarelli Mario Trovarelli ha detto:

      *

      Sì… un lavoro affascinante e difficile per il quale non si è mai sufficientemente preparati.

      Prima di dedicarmi alla cura del dolore, tuttavia, un lavoro ce l’avevo già… una professione altrettanto affascinante. Volavo come pilota d’aeroplano.

      Ma decisi che niente è più complesso delicato e meraviglioso della mente dell’uomo.
      Accostarsi ai suoi contenuti, doloranti e preziosi, e scegliere il momento… la parola… il gesto… per intervenire in direzione terapeutica, è sempre una cosa emozionante. Ne va dell’intera esistenza del paziente!

      Nel caso esposto, mi è andata bene.

      Grazie Loreley.

      *