Ecco la descrizione del funzionamento della mente del feto: ogni nuova acquisizione, ogni nuovo apprendimento, ha la possibilità di modificare la funzioni stesse che lo hanno permesso. La maturazione neuronale non dipende unicamente dal patrimonio genetico ma è influenzata dall’esercizio della funzione che ha inizio prima ancora che le strutture sensoriali siano completamente mature. Vi sarebbe un importante rapporto reciproco fra struttura e funzione, fra sviluppo anatomico ed esperienza.
La sensorialità visiva
Il feto reagisce con un’accelerazione del ritmo cardiaco alla proiezione sull’addome materno di una luce e se questa è intensa egli volge il viso dall’altra parte (Liley, 1972). Alla ventesima settimana i feti gemelli sanno toccarsi l’uno il volto dell’altro e tenersi le mani (Chamberlain, 1994).
Il tatto
Il primo segnale dell’esistenza della pelle si legge nei movimenti protettivi del feto volti ad evitare il tocco di un capello sul viso (ottava settimana di gestazione). A dieci settimane vi è la sensibilità della zona genitale, a undici del palmo delle mani e a dodici dei piedi (Chamberlain, 1994).
Le papille gustative
Sono presenti dalla dodicesima settimana di vita e alla tredicesima si nota una maggiore concentrazione di recettori gustativi nella parte anteriore della lingua e a partire dalla quattordicesima settimana di gestazione il feto riesce a discriminare i liquidi che gli giungono. Siamo in grado di conoscere la preferenza del feto per il dolce rispetto all’amaro e all’acido e di verificare anche alla nascita le acquisite preferenze (Liley 1972, Schaal e Rouby, 1990).
L’esperienza olfattiva
Dal punto di vista embriologico si evidenziano i primi abbozzi del sistema olfattivo tra la sesta e la settima settimana di gestazione mentre due settimane più tardi si costituiscono i nervi olfattivi, i recettori olfattivi primari e gli organi vomero nasali. Un esperimento suggestivo è stato condotto da Schaal, Orgeur e Rogan (1995) che hanno verificato variazioni dei parametri fetali quando la madre beve del caffè indipendentemente dal fatto che esso sia decaffeinato e caffeinato.
L’udito
Una maturazione significativa del sistema auditivo sembra compiersi tra la 20ae la 35asettimana di gestazione. A sostegno dell’importanza dell’ascolto della voce materna il lavoro di Sequi-Canet et al. (1992) dal quale emerge che la stimolazione con la voce materna di neonati pretermine determina un significativo aumento ponderale, una riduzione della degenza ospedaliera di 3,8 giorni, un incremento dell’attività motoria spontanea, della suzione ed un aumentato interesse per il volto umano.
Tale osservazioni sottolineanol’importanza della relazione precoce madre-neonato ai fini di una efficienza psicosomatica del bambino, ovvero ai fini vitalie suggeriscono il pensiero di una sorta di “ordine naturale” che muove una precoce maturazione del sistema di apprendimento mediato dalla sensorialità acustica, quella che successivamente immetterà il bambino nel circuito linguistico.
Il neonato è investito da comunicazioni sonoro-linguistiche che insieme alle comunicazioni non verbali costituiscono trama e ordito di un intreccio relazionale fondante la struttura cognitivo-affettiva profonda e quindi la stessa possibilità di evoluzione psicofisica. La voce maternaemerge dal rumore di fondo con un’intensità pari a 24Db e il feto la percepisce con una frequenza nettamente maggiore rispetto alle altre voci e la riconosce più facilmente. Il neonato successivamente manifesta la preferenza per la voce della propria madre rispetto alle altre voci femminili (De Casper, Fifer 1980).
Un altro stimolo acustico du cui il feto ha grande esperienza, più ancora che della voce della madre è il battito cardiaco materno. L’ascolto del battito cardiaco della madre in stato si tranquillità quieta il neonato (Salk,1960).
Mario