Mario Trovarelli – Psicologia Naturalista * Il racconto della vita 1

Mario Trovarelli, Alice Pravisani

PSICOLOGIA NATURALISTA

La natura ha una mente e un cuore

Capitolo 1

La nascita della mente

1.1. L’ORIGINE PRENATALE DELLA MENTE: IL FETO

Un nuovo essere umano è creato nel momento del concepimentoDal momento in cui il gamete maschile (spermatozoo) si fonde con il gamete femminile (ovulo), è presente un irripetibile essere umano con il suo DNA, diverso da quello di sua madre e di suo padre. Dopo la fecondazione ci sono 46 cromosomi (o 47 nel caso che sia affetto da sindrome di Down), la somma della serie di 23 cromosomi materni e dell’altra serie paterna.

L’essere che ne deriva è geneticamente umano ed è vivo, e quindi, per la normale definizione biologica, è un essere umano.

Dalla fecondazione alla morte naturale esiste il continuum ininterrotto dello sviluppo umano, durante il quale la persona ha bisogno solo di ossigeno, acqua e sostanze nutritive per vivere e svilupparsi fisicamente. (“Sviluppo fetale”, Taber’s Cyclopedic Medical Dictionary).

Numerosi studi descrivono capacità percettive e competenze nel feto: il feto vede benché i suoi occhi siano chiusi, egli sente, e anche con la pelle e le ossa sa avvertire l’orgasmo dei genitori variando i propri parametri cardiaci ed aumentando improvvisamente il movimento (Chayen et al., 1986).

Analizzando le singole sensorialità del feto (vista, tatto, gusto, olfatto) si accenna a caratteristiche dell’ambiente uterino che possono costituire per il feto occasioni di esercitare una specifica sensorialità. E’ importante sottolineare che perché ci sia percezione non è sufficiente la presenza di recettori anatomofisiologici integri, potrebbe essere così se la percezione fosse un processo semplice ed automatico in cui la mente registrasse fedelmente, come una copia, l’input del recettore. Gli inputs del recettore invece vanno letti, cioè riconosciuti perché abbiano un senso e acquistino un significato. Il processo percettivo richiede che l’input sia raccolto da un recettore, trasformato in afferenze e che queste siano lette grazie all’intervento di precedenti memorie. La nuova percezione potrà a sua volta lasciare tracce mnestiche non immutabili nel tempo ma suscettibili di modifiche, come in continua evoluzione.

Ecco la descrizione del funzionamento della mente del feto: ogni nuova acquisizione, ogni nuovo apprendimento, ha la possibilità di modificare la funzioni stesse che lo hanno permesso. La maturazione neuronale non dipende unicamente dal patrimonio genetico ma è influenzata dall’esercizio della funzione che ha inizio prima ancora che le strutture sensoriali siano completamente mature. Vi sarebbe un importante rapporto reciproco fra struttura e funzione, fra sviluppo anatomico ed esperienza.

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