INTERVISTA ESCLUSIVA AL GRAPHIC ARTIST LUIGI TARINI
-di Tommaso Tronconi-
Cinema e arte non sono mai stati così vicini. Artefice di questa fusione “a strisce” è Luigi Tarini, graphic artist di grido sul web grazie alle sue creazioni che stupiscono per originalità e creatività. Lo abbiamo intervistato.
Avete mai provato a fantasticare come il bacio tra Clark Gable e Vivien Leigh in Via col vento si potesse sovrapporre a quello dell’arcinoto dipinto di Hayez? O avete mai immaginato il volto di Clint Eastwood “intervallato” al celebre autoritratto di Van Gogh?
Trentacinque anni, nato a Cagliari ma residente in Polonia, Luigi Tarini ha stupito e divertito il web, diventando un vero fenomeno virale, con i suoi mashups in bilico tra cinema e arte, ma anche politica e sport. Lo abbiamo intervistato, ecco cosa ci ha raccontato.
Cominciamo con le presentazioni: chi è Luigi Tarini e qual è stato il tuo percorso di studi e artistico fino ad oggi?
Mi sono laureato in Lettere Moderne nel 2004. Da allora il percorso artistico è sempre stato parallelo a quello professionale. Ho lavorato a Londra per cinque anni, ma solo quando sono tornato in Italia, nel 2009, ho iniziato a studiare comunicazione e grafica, lavorando anche nel settore. Nel 2013, dopo non essere mai riuscito a reintegrarmi in Italia, ho deciso di trasferirmi a Cracovia.
Come è cominciata questa “fase” dei mashups? Se non erro tutto ha avuto inizio inserendo dei gattini all’interno di foto di rugby…
A dir la verità ho sempre trovato un sottile divertimento nel montare foto, fin da quando ci provavo con Paint. Il blog “Sports Balls Replaced With Cats” nacque su suggerimento di un’amica. Ci scambiavamo sempre foto demenziali di gattini, nonché memes basati sul fotoritocco, e allora decidemmo di lanciare qualcosa per conto nostro. L’idea fu sua, la realizzazione mia. Non c’era molta tecnica (anche se alcuni montaggi risultarono perfetti), ma solo un’idea che risultò esplosiva, al punto che anche il TIME Magazine si scomodò per farmi due domande. Più che sui mashups di per sé, ho continuato poi a giocare sul contrasto di opposti, che ho sempre pensato essere di forte impatto nella comunicazione, online e offline. Infatti poi ho ideato “Horror Icons Starring in LightHearted Movies” e infine “Obama and Merkel Starring in Movies”, quest’ultimo diventato virale l’estate scorsa e che, per la prima volta, mi ha fatto apprezzare non solo per l’idea divertente e demenziale, ma anche per la tecnica grafica.
Il binomio che lega arte e cinema è da sempre vincente. Cosa ti affascina della commistione di queste due “arti sorelle” nei tuoi lavori creativi?
Direi che la cosa più affascinante è quella di aver dato una dimensione fisica e umana alle opere d’arte. Il ritratto del Bacio è quello secondo me in cui meglio sono riuscito a far vivere il quadro. Inoltre, per ogni lavoro, c’era la sfida di trovare la giusta attrice o attore per il volto dipinto. Nel caso di Schiele e Dean, è stato impressionante vedere come due vite così simili, brevi e tormentate, potessero sovrapporsi così bene nel montaggio a loro dedicato.
Qual è il punto di partenza quando crei, qual è la scintilla? Voglio dire: parti da un’immagine del cinema e ricerchi quella nell’arte, o viceversa?
Parto sempre dal dipinto e cerco subito il volto che meglio si adatti. Per Van Gogh è stato facilissimo, visto che l’associazione con quella foto di Clint Eastwood è stata immediata. Con Frida invece ho deciso che potevo scegliere solo un’attrice dalle sopracciglia folte. In qualche cassetto della memoria avevo l’immagine di Joan Crawford ed effettivamente era l’unica attrice che potevo usare.
Come avviene il componimento delle immagini? C’è qualcosa di cubista nelle tue ispirazioni…
La realtà è che non c’è alcuna tecnica dietro i montaggi, solo tanta pazienza su Google. Chiunque con un livello base di Photoshop potrebbe realizzarne uno. Oltretutto, provando e riprovando ad alternare i due livelli, ho notato che non necessariamente dovessero sovrapporsi alla perfezione. In effetti è proprio quando le linee si staccano o quando le luci cambiano che il collage richiama effettivamente l’idea cubista dello smontaggio.
Nelle tue produzioni troviamo anche abbinamenti di personalità della politica col cinema. Mashups che “coinvolgono” ad esempio Obama e la Merkel. Anche la politica è spettacolo, ti è quindi venuto facile associare realtà e finzione?
In effetti l’idea per quella serie di foto arrivò dopo il G7 di un anno fa, con la foto, poi diventata virale in altre forme, della Merkel con le braccia spalancate e Obama, seduto di spalle, che la guardava. C’era poco di politico in quella foto, al punto che iniziai a ritoccarla in chiave erotica. Quando poi vidi su Google quante foto di Obama e Merkel potessero essere lette in chiave maliziosa (credo pure per volontà dei giornalisti di dare spettacolo, appunto) ho pensato che a quel punto li avrei direttamente trasposti io nel cinema.
Dall’online all’offline. Hai già esposto in delle gallerie queste tue “creature” artistiche?
Non ancora, ma spero presto di trovare un posto qui a Cracovia.
Immagini cortesemente concesse da Luigi Tarini. Volete vederne altre? Cliccate QUI!