Porte metal-detector, sarà il nostro globalizzato futuro?

di Claudia Bianconi

Da Mosca alla Biennale di Venezia, occhio alle porte!

L’analisi dello stato attuale dell’architettura porta ad immaginare quale sarà l’evoluzione dell’arte del costruire. Uno degli elementi fondamentali delle nostre costruzioni è la porta. Sempre più compaiono porte d’accesso metal detector, e non più relegate alla sola realtà degli aeroporti. Con ogni probabilità, nel bene e nel male, le porte metal detector segneranno il futuro delle odierne porte d’ingresso.

Per me la cosa forse di maggiore soddisfazione è stata che persone che erano del tutto lontane da questo tema ora guardano le Porte.” Chi parla è Federica Rossi, esperta di relazioni culturali Italia-Russia, curatrice di una mostra sulle “Porte di Mosca” del 2014.

Federica Rossi

Federica Rossi

La sua idea era quella di sensibilizzare il pubblico alla bellezza delle porte storiche per mettere fine alla loro sostituzione. Infatti la porta, che inizialmente è progettata con l’edificio, marca nel tempo l’evoluzione della società e quindi ineluttabilmente è soggetta a cambiamenti. Se negli anni ’50 a Mosca, come in altre città del mondo, le porte delle abitazioni rimanevano aperte, negli anni ’90 la sicurezza è diventata il fattore primario. Quindi non si è  pensato più che la porta storica potesse avere un valore e non si è ritenuto negativo cambiarla.

Alla mostra Le Porte di Mosca

Alla mostra Le Porte di Mosca crediti White City Project

Così le belle porte storiche sono state sostituite in maniera massiccia da brutte porte blindate, di metallo e munite di codice d’accesso di sicurezza: al contrario di ciò che avveniva simbolicamente alle porte dei templi in epoca romana, chiuse in tempo di pace e tenute aperte in tempo di guerra.

Per una strana coincidenza, lo stesso anno dell’esposizione/riflessione sulla simbologia delle porte curata dalla Rossi, alla Biennale d’Architettura di Venezia il curatore Rem Koolhaas, noto architetto, includendovi tutti gli elementi fondamentali delle nostre costruzioni, ha messo in mostra anche le porte della contemporaneità, vedi le porte degli aeroporti, i passaggi metal detector. Riflette infatti: ”Una porta è sempre stata un ingresso e una barriera, un mezzo di sicurezza. Una volta era una saracinesca e un’apertura nelle mura delle fortezze, ora questo accesso è un metal detector negli aeroporti”.

Biennale di Venezia 2014

Biennale di Venezia 2014

Quindi, secondo Rem Koolhaas, gli accessi metal detector sono comunque delle porte e, facendo il parallelismo con le porte delle città antiche, sottolinea come cambi, da un punto di vista architettonico, l’accesso a un luogo, pur mantenendo il binomio di ingresso e sicurezza.

Chiesa ortodossa del Cremlino, Kazan, Tarastan. foto C. Bianconi

Chiesa ortodossa del Cremlino, Kazan, Tarastan. foto C. Bianconi

Il problema della sicurezza è di stretta attualità a livello internazionale; la porta metal detector marca oggi l’ingresso di tanti luoghi in tante città del mondo. Posta all’ interno e all’esterno, negli aeroporti, nella metro, nei grandi magazzini, negli stadi, nei musei, nei monasteri, e così di seguito. Questa porta è decontestualizzata, destrutturata, temporanea, come sospesa nel vuoto, lontana dagli schemi delle porte tradizionali pensate con l’edificio.

I passaggi metal detector sono degli oggetti che cominciano a far parte integrante della nostra vita, elementi quasi irrinunciabili che, pur senza battenti, sono preposti alla nostra sicurezza da atti terroristici, ma creano anche fastidio e disagi. Eppure il futuro della nostra serenità, volenti o nolenti, sembra molto dipendere da queste porte. Così, rassegnamoci, il loro numero e luoghi dove sono poste sono destinati a crescere.

 

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