La scogliera magica che ispirò i Led Zeppelin

-di Giulia Caruso- Nell’estremo nord dell’Irlanda, là dove l’Atlantico si unisce all’Irish Sea, c’è un luogo incantato. E’ la Giant’s Causeway la scogliera dei giganti che ha ispirato anche i Led Zeppelin per la copertina dell’album Houses of the Holy ( 1973).

Tutti i fan della della band inglese e non solo, se la ricordano bene quella copertina

Con tanti bambini biondi che si arrampicano su strane rocce di forma esagonale, sullo sfondo di un paesaggio dai colori onirici. Come se la ricordano bene anche Samantha e Stephen Gates, due fratellini che all’epoca avevano 5 e 7 anni anni e che oggi, ultracinquantenni, raccontano che si divertirono tantissimo a posare a lavorare come modelli per Robert Plant e Jimmy Page sulla Giant’s Causeway, anche se il servizio fotografico per la celebre cover fu girato a novembre, in condizioni climatiche estreme.

Lo strano legame dei Led Zeppelin con l’Irlanda

Vento e pioggia sferzante, come spesso accade da quelle parti non fermarono l’opera, a marcare lo strano legame tra l’Irlanda del Nord e gli Zep che scelsero proprio la sua capitale, Belfast, per suonare, in prima assoluta la leggendaria Starway To Heaven alla Ulster Hall, il 5 marzo del 1971, mentre infuriava la guerriglia dei Troubles.

La Giant’s Causeway vale davvero la pena di visitarla almeno una volta nella vita

Alla Giant’s Causeway vi si arriva direttamente da Belfast costeggiando l’Atlantic Coastal Route, una strada punteggiata da castelli diroccati, antichi ponti sospesi sull’abisso e vecchie distillerie di whisky, in un paesaggio di struggente bellezza. Una strada che termina davanti a una vera e propria formata da ben 40 mila colonne di basalto di forma ottagonale, modellate nel corso dei millenni dalla furia degli elementi.
Difficile credere che tanta simmetrica bellezza sia semplicemente opera della natura. È più facile pensare che sia piuttosto il risultato del lavoro di qualche misteriosa mano soprannaturale.

Storie di giganti litigiosi

La leggenda sulla Giant’s Causeway narra che in un’epoca il cui ricordo si perde nella notte dei tempi, da queste parti viveva Finn Mc Cool, gigante bonaccione, perennemente in lite con il suo dirimpettaio Benandoner, gigante prepotente che abitava dall’altra parte del mare, sulla costa scozzese, ma che Mc Cool non aveva mai incontrato di persona. Benandoner si divertiva a prendere in giro il gigante irlandese, urlando da una costa all’altra. Un bel giorno, il buon Finn perse la pazienza e decise di andare direttamente da Benandoner per dargli una lezione.

Per attraversare il mare, costruì un sentiero utilizzando gli scogli che aveva a disposizione. A metà strada, però, si rese conto che la stazza del rivale era ben superiore alla sua. E così spaventato, ritornò correndo verso casa, inseguito da Benandoner. Nel frattempo, Oonagh, astuta moglie di Mc Cool, ebbe la geniale idea di avvolgere il povero marito in una coperta come fosse un neonato. Benandoner, rimase senza parole quando la donna gli mostrò che in casa c’erano solo lei e il suo bambino. Terrorizzato dalla mole del figlio, immaginò quanto fosse enorme il padre e non gli rimase che scappare verso la Scozia, distruggendo gran parte del selciato per evitare che Finn potesse raggiungerlo.

-uno scoglio visto da vicino- foto G. Caruso

La Scogliera dei Giganti: un tesoro dell’umanità nato dalla lava di un vulcano

Così sarebbe nata la Giant’s Causeway, oggi proclamata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, capace attirare ogni anno migliaia di visitatori da ogni parte del mondo.

La ricerca scientifica parla invece di un evento naturale che ebbe luogo all’incirca 60 milioni di anni fa. All’epoca, infatti, la zona fu soggetta a un’intensa attività vulcanica. La lava, a contatto con l’acqua e l’aria, si raffreddò rapidamente creando le colonne esagonali basaltiche. Nello specifico, ci furono tre periodi di attività vulcanica che diedero luogo a diversi tipi di formazioni Lower, Middle and Upper Basalt.

Le rocce esagonali della Giant’s Causeway sono quelle formate nel Middle Basalts. Con il tempo e l’azione di mare e vento, alle rocce esagonali se ne sono aggiunte altre rotonde, oltre a una serie di formazioni laviche che si vedono ai lati della costa e della montagna.

La zona fu scoperta ufficialmente nel 1693, ma solo nel 1771, la scienza stabilì che il fenomeno fu originato dall’eruzione di un vulcano. E la leggenda continua.

in alto: uno scorcio della Giant’s Causeway – foto G. Caruso

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