– di Monica Silva – “La pittura è prima nella mente del suo speculatore, e non può pervenire alla sua perfezione senza la manuale operazione; della linea qual pittura i suoi scientifici e veri principi prima ponendo che cosa è ombroso, e che cosa è ombra primitiva e ombra derivativa, e che cosa è lume, cioè tenebre, luce, colore, corpo, figura, sito, rimozione, propinquàità, moto e quiete, le quali solo colla mente si comprendono senza opera manuale, e questa sarà la scienza della pittura, che resta nella mente di sua contemplanti, dalla quale nasce poi l’operazione, assai più degna della predetta contemplazione o scienza.” (Codice urbinate 1270 della Vaticana, appunti per il Trattato della Pittura di Leonardo.)
I tempi cambiano ma nella fotografia non mutano gli sguardi
L’epoca attuale permette chiunque di mettersi alla prova con macchine o tecnologie innovative per fermare il tempo. L’immagine oggi viene usata sempre più spesso per rappresentare ciò che si vorrebbe essere, o una realtà aumentata che finisce per farci credere che davvero esiste, trasformandosi in un mezzo di salvataggio per sopravvivere in un mondo dove la società ci impone di essere forti, invincibili e pieni di successo.
La fotografia è uno strumento per comunicare lo stato d’animo e la visione del mondo che ci circonda ed è proprio per questo che nasce questa rubrica, per sviscerare l’argomento attraversando i vari periodi, gli stili, i protagonisti e l’evoluzione della quale siamo testimoni oggi.
Questa premessa dunque, per comunicare ai lettori che questo spazio sarà utilizzato per raccontare una fotografia che va ben oltre il mezzo. Perché la fotografia è molto più di quanto si pensi: è comunicare i sentimenti dei soggetti catturati e scoprire la personalità di chi scatta, è la potente immagine usata in una pubblicità che cambia il pensiero del mondo, è l’ispirazione nel design, un collage che crea arte, è un viaggio nella fantasia, è l’amore raccontato a mo’ di poesia sognata e sospirata. Nello scatto di una fotografia si può cogliere il paradosso del tempo che passa e che dura, si può notare il senso a-temporale di ciò che, trasportato nell’arte, diventa un tesoro per sempre.





“Lux Et Filum”
Ho scelto per inaugurare questa rubrica un progetto che scattai nel 2014 “Lux Et Filum” liberamente ispirato a Caravaggio. Michelangelo Merisi fu l’artista che per primo ha trasmesso l’idea di fotografia. Fotografare é mettere la propria vita in un quadro rivestendola di colore, di momenti testimoni del proprio sguardo e della propria intensità espressiva ed è proprio questa la visione che Caravaggio ci tramanda.
I dipinti di Caravaggio sono frammenti di vita quotidiana ma anche spezzoni di film, di pellicola con odore di vissuto, la fotografia appunto.
Caravaggio, “il primo fotografo” della storia dell’uomo
È il giusto titolo ad honorem, perchè le sue pennellate per mettere in luce i suoi personaggi, i luoghi immaginari, i drammi esistenziali dell’uomo, non sono altre che manipolazioni della luce nelle tenebre, una sorta di camera oscura dei tempi nostri dove si rivela la nostra vita catturata in attimi dentro il congegno diabolico che è la fotocamera. Fin dai primi tempi di vita, l’uomo ha sempre sentito il bisogno di lasciare traccia di sé, di mettersi in luce in qualsiasi modo.
E’ una condizione che va ben oltre la cultura narcisistica che si registra oggi
Anzi, è proprio questa necessità che porta al fenomeno contemporaneo del ritrarsi continuamente quasi come una sorta di paura di venire dimenticati. Ma quello che oggi può sembrare un fenomeno di puro narcisismo a sé, lo possiamo percepire già nella storia dell’arte: l’uomo ha bisogno di specchiarsi in qualcosa, che sia essa la sua propria esistenza o quella di qualcun altro.
Questa operazione, che può sembrarci superflua e priva di senso, è un valido aiuto che ci permette di conoscere il passato, di capire i luoghi a noi sconosciuti e le persone di un tempo esistite. Cambiano i tempi, gli abiti, i costumi, ma continuiamo eterni, per sempre noi.
Le immagini della nostra vita
Le immagini che assimiliamo nel corso delle nostre vite, portano con sé una memoria che si deposita in noi inconsciamente. Diventa seme vitale, nutrimento per la mente. Il vivere fra gioie e dolori ci porta a rifugiarci nella cultura, luogo simbolico di elevazione dell’uomo, ma anche luogo necessario alla sopravvivenza. Caravaggio, artista maledetto, e assai contemporaneo molto più di altri oggi in vita, in questo era maestro. Era uno dei più grandi narratore di storie, pagine di libri scritti con colori e attimi di vita vissuta: La sua, la nostra.
La fotografia che scatto, è un concentrato di cultura e di ricerca profonda, perlustrando i territori della mia memoria, che sempre mi emoziona , prima come essere umano poi come artista.
La mia idea
Il mio progetto vuole essere un invito al lettore ad approfondire la vita di Caravaggio, ma anche di scoprire altri grandi maestri della pittura verso un viaggio che introduce alla storia della fotografia.
Nella contemporaneità in cui viviamo, l’assuefazione di immagini, ci lascia la sensazione della perdita della nostra l’identità. Per fortuna c’è la cultura, ci sono persone che ancora coltivano questo seme che è l’unico capace di “salvare l’uomo”.
(Immagini Ⓒ Monica Silva)