ESCE IL 21 OTTOBRE, NELLE SALE ITALIANE: VINCITORE PALMA D’ORO A CANNES 2016. NE AVEVA PARLATO PER NOI GIULIA CARUSO IN GENNAIO
-di Giulia Caruso-
Un Ken Loach più battagliero che mai, ritorna dietro la macchina da presa. I, Daniel Blake , è il crudo ritratto dell’Inghilterra delle food banks e delle file dei disoccupati ai job centers, in cerca di un lavoro che non esiste. Delle madri single, punite dai tagli ai benefits, che vagano da un ostello all’altro. Il film, in uscita a primavera nel l Regno Unito , sarà presentato al prossimo Festival di Cannes.
La realtà di un sistema che mostra il suo volto più spietato, permea il film che si svolge nel nord dell’’Inghilterra dei giorni nostri, stretta nella morsa dei tagli allo stato sociale ai danni di una ex working class dal futuro sempre più oscuro.
“ La fame, oggi nel Regno Unito, è usata come un’arma, da un sistema burocratico punitivo e consapevolmente crudele”, ha dichiarato Ken Loach in un ‘intervista al Guardian, direttamente dal set.
Ed è la fame che grava come uno spettro sulla vicenda di Daniel (Dave Johns) protagonista del film. E’ un falegname ultracinquantenne che ha lavorato per tutta la vita, e che in seguito a un malattia è costretto a ricorrrere al sussidio di disoccupazione. La sua storia si intreccia con quella di Kate (Hayley Squires) una madre single, sfrattata con due bambini. La loro odissea si svolge in uno scenario da incubo che li vede vittime di una burocrazia che usa qualsiasi mezzo per privarli dei loro diritti.
Usando atmosfere quasi dickensiane, Ken Loach ripercorre le strade del più classico neorealismo, girando in presa diretta davanti a un “vero” Job Center. dopo aver reclutato comparse e attori anche tra disoccupati ed ex impiegati del centro stesso.
Il soggetto è di Paul Laverty, lo stesso autore di Jimmy’s Hall, con cui l’anno scorso Ken Loach si era presentato a Cannes, ma è lontano anni luce dalla vibrante poesia del film che narrava di un maestro di ballo nell’Irlanda rivoluzionaria degli anni 30.
Nient’altro che la verità in questa produzione che, seguendo stilemi già usati da Ken Loach in passato, suona come ultimo atto d’accusa contro il governo Cameron. E che dovrebbe segnare il ritiro del regista ormai quasi ottantenne dalle scene. Ma che suona anche come un invito ai laburisti, a fare di più contro quella che lui stesso definisce “una vera e propria ferita aperta nel corpo della società”
” Dai Jeremy, facciamoci sentire- è l’appello del regista a Jeremy Corbyn, leadar del partito laburista – Qual ‘è lo scopo del movimento operaio se non dare voce alle persone che vivono in queste condizioni?”
Nel frattempo, secondo stime del Trussel Trust – l’organizzazione che gestisce la pià grande catena di Food Banks nel Regno Unito, più di un milione di persone nell’ultimo anno ha fatto ricorso alle banche alimentari. Cifre destinate ad aumentare, nonostante il governo continui ad annunciare la fine della recessione.
Le cause? Ritardi nei pagamenti, sanzioni contro “pigri e lavativi”, usate senza pietà dalla burocrazia dei Job Centers. Una macchin infernale che non risparmia il ricorso a provvedimenti disciplinari anche nei confronti degli impiegati che non sono stati abbastanza diligenti nel segnalare i ritardatari, gli scroungers, gli scrocconi dei benefits. Innescando nuove guerre tra poveri in un gigantesco gioco al massacro
In alto: Ken Loach sul set del film- (The Guardian)
[…] Sorgente: Ken Loach e la gelida Inghilterra dei nuovi poveriWords in Freedom | Magazine di cultura e società […]