La New Ira torna a dominare le prime pagine all’indomani dell’ omicidio della giornalista Lyra Mc Kee, a Derry nella notte di Venerdi Santo. Si tratta di un gruppo di di sbandati reduci dallo scioglimento dell’Ira ufficiale. O della nuova onda di un terrorismo di ritorno?
–di Giulia Caruso-
Un unico colpo sparato da un ragazzo incappucciato ha ucciso Lyra sulla scena dei disordini scoppiati nella notte del 19 aprile 2019, a Creggan ( Derry). A fare da eco, la dichiarazione del capo della Polizia dell’Irlanda del Nord, Mark Hamilton che definiva il delitto un chiaro atto di terrorismo. Mentre le agenzie battevano titoli e le immagini della tragedia diventavano virali su socialmedia e tv, ricompariva la sigla New Ira come possibile mandante del delitto. Unico indizio in questa direzione, un comunicato di Saoradh, gruppo dell’area dei cosiddetti Dissident Republicans, che bollava la presenza massiccia delle “forze della Corona” e affermava che l’attentatore “fosse sul luogo del delitto per difendere la popolazione dall’azione arbitraria delle forze dell’ordine.”
Il comunicato di Saroadh è lontano dal costituire prova concreta di una qualsiasi rivendicazione da parte di gruppi armati organizzati , tali da supportare la tesi, presa frettolosamente in prestito da parte di molti media, anche italiani, di un possibile ritorno del terrorismo su larga scala, come al tempo dei Troubles. Per capire di più bisogna avere un’idea dei luoghi e dellc circostanze in cui, e da cui è scaturita la tragedia. Creggan è un quartiere a forte presenza cattolica e repubblicana, con altissimo tasso di disoccupazione , a margine della zona storica dello Bogside, teatro della Bloody Sunday del 1972. Un’ area su cui, in tempi duri di Brexit, grava ancora di più la minaccia di un futuro incerto. E dove la paura del riaccendersi di nuovi conflitti, inevitabili, in caso dell’istituzione di un confine tra l’Ulster e l’Eire, ha rafforzato la presenza delle forze di polizia qui come in tutte le comunità nazionaliste dell’Irlanda del Nord. Presenza che negli ultimi tempi si è fatta sentire piuttosto pesantemente con perquisizioni a tappeto e controlli sempre più serrati, soprattutto nei confronti della popolazione più giovane.
Bisogna partire dalla cosiddetta area dei Dissidents Repubblicans, ovvero tutte quelle formazioni politiche che non si riconoscevano nell’accordo di pace del 1998, il Good Friday Agreement. Un’ area eterogenea e magmatica in cui sono confluiti gli irriducibili che si erano rifiutati di consegnare le armi dopo il cessate il fuoco dell Ira del 2005, che sanciva ufficialmente la fine della lotta armata nelle sei contee dell’Ulster ancora sotto la giurisdizione inglese. All’epoca circolavano alcune sigle, Cira ( Continuity Ira), Rira (Real Ira), quest’ultima responsabile dell’attacco alla base di Massarene Barrack in cui morirono due militari britannici di stanza in irlanda del Nord ( 2009). Piccole unità territoriali, spesso di quartiere, spesso disgregate, senza una direzione strategica. Molte impegnate in spedizioni punitive contro spacciatori o informatori della polizia.In questo scenario, nel 2012, compare la sigla New Ira all’indomani dell’ omicidio della guardia carceraria David Black e nel 2016 ,dell’agente Adrian Ismay .

L’ autobomba a Derry nel gennaio di quest’anno a Derry
Dopo quasi tre anni di silenzio, la New Ira torna a far parlare di sè, nel gennaio 2019, con l ‘esplosione di un’autobomba, per fortuna senza vittime, davanti al tribunale di Derry. E infine con l’omicidio di Derry , per mano di un ragazzo di quartiere. Fonti molto vicine agli ambienti dei Dissident Repubblicans, dicono che la sigla New Ira non esiste. E che sia un’ invenzione dalla polizia, subito raccolta dai media. Stiamo parlando di una zona d’ombra, dove l’ unica certezza sono le azioni che, fino a quella notte di venerdì, appaiono a puro scopo intimidatorio. Occasionali e senza un obiettivo preciso. Così, alla cieca. Come il colpo che ha messo fine alla vita di Lyra.
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