-di Andrea Chimento-
Sarà il nuovo attesissimo film dei fratelli Coen, Hail, Caesar!, ad aprire l’imminente Festival di Berlino 2016, in programma dall’11 al 21 febbraio.
Al centro un “fixer” (una persona pagata dai grandi studios per risolvere problemi e imprevisti con gli attori) che, durante gli ultimi anni dell’età d’oro di Hollywood, è chiamato a salvare una grande produzione dal fallimento. Ma non è certo la prima volta che i due registi/sceneggiatori di Minneapolis si rifanno al cinema classico e, in particolare, a quello hollywoodiano.
Pensiamo già al loro esordio, Blood Simple – Sangue facile (1984): un film che parte dal noir alla Chandler (tipico del cinema degli anni Quaranta) per approdare al pulp e al postmoderno. Dal noir si passa al gangster con Crocevia della morte (1990), pellicola che ricorda i capolavori del genere degli anni Trenta. L’anno dopo, con Barton Fink – è successo a Hollywood i Coen immergono la loro cinepresa nelle assurdità e nello straniamento della Mecca del cinema, scegliendo come protagonista un commediografo che si ritroverà disperso in un incubo dai contorni kafkiani. In mezzo il kitsch di Arizona Junior (1987), che sembra parodizzare le commedie romantiche con Doris Day, e in seguito il Mister Hula Hoop (1994) che riprende Frank Capra.
La commistione di generi classici, tipica proprio di quel postmodernismo di cui è intriso il cinema dei Coen, trova forse il suo apice ne Il grande Lebowski (1998), dove si fonde il noir classico col musical di Broadway, passando per la pura parodia. Nel nuovo millennio, la ripresa dei generi non si è certo sminuita: il noir in bianco e nero de L’uomo che non c’era (2001), la commedia sofisticata di Prima ti sposo poi ti rovino (2003) e, naturalmente, la rivisitazione del western con Non è un paese per vecchi (2007) e Il Grinta (2010), remake del film di Henry Hathaway con John Wayne. Senza dimenticare due film che guardano al passato come il meraviglioso A Serious Man (2009) e il più recente A proposito di Davis (2013), malinconica pellicola che si rifà all’Odissea (modello spesso presente nel cinema dei Coen, in particolare in Fratello dove sei? del 2000).
Ma non si tratta soltanto di regia: forse non tutti sanno che… i Coen hanno firmato la sceneggiatura di uno dei titoli più importanti usciti negli ultimi mesi. Per Il ponte delle spie, Steven Spielberg si è affidato (anche) alla loro penna e ne è uscito un lungometraggio che inizia come un film di Hitchcock, passa per il cinema di spionaggio classico e si conclude con quel ricongiungimento familiare tipico della Hollywood degli anni Trenta e Quaranta. Ora tocca ad Hail, Caesar! e c’è da essere certi che sarà un nuovo viaggio nel passato della settima arte, capace di omaggiarla ma anche di prenderla positivamente in giro, con l’ironia e il sarcasmo che ha sempre contraddistinto il cinema di Joel e Ethan Coen.