-di Claudia Porrello-
“Non vorresti mai che certe verità venissero a galla”
L’amore bugiardo – Gone Girl, l’ultimo film del regista David Fincher, è tratto dall’acclamato best-seller mondiale della scrittrice Gillian Flynn. La pellicola vede protagonista Nick Dunne, ex giornalista, che insieme alla moglie Amy, decide di trasferirsi da New York alla sua cittadina di origine nel Missouri, dove apre un bar con i soldi della moglie. Poco dopo, nel giorno del quinto anniversario di nozze della coppia, Amy sparisce nel nulla, lasciando in casa tracce di sangue, un diario segreto e altri enigmatici indizi; da quel momento Nick diventerà il sospettato numero uno del suo presunto omicidio. Cosa sarà successo prima dell’allarme della sparizione? Che misteri si celano dietro un matrimonio apparentemente perfetto?
David Fincher, che in passato ci ha estasiato con film di successo come Seven, Il curioso caso di Benjamin Button e The social network, ha scelto come sceneggiatrice esordiente proprio la Flynn, l’autrice del romanzo a tinte fosche che lo ha ispirato. Il regista ha diretto in questa occasione un Ben Affleck in forma impeccabile e l’attrice britannica candidata all’Oscar Rosamund Pike, mettendo in scena un’opera difficilmente classificabile in un unico genere, ma che spazia dal thriller con risvolti noir alla commedia, rimandando ad atmosfere hitchcockiane impregnate di suspance.
La storia racconta l’indagine sulla scomparsa di una donna senza seguire apparentemente un filo logico e presentando diversi punti di vista nel tentativo di svelare come si è evoluto il rapporto idilliaco tra i due protagonisti. Gone Girl ragiona sulla differenza tra finzione e realtà, descrivendo le versioni diametralmente opposte di Nick e Amy sulla loro vita insieme e facendo leva sul ruolo centrale giocato dalla speculazione dei media nell’era dell’informazione: lo specchio di quello che il pubblico pensa. E’ su questo duplice sguardo che fa leva lo stesso poster del film, dove gli occhi della protagonista femminile sovrastano attenti le mosse del marito, apparentemente spaesato sulle rive del fiume Mississippi, in penombra.
Affleck e la Pike offrono una recitazione ben equilibrata interpretando due “figli” della crisi economica americana, carnefici e vittime della grande metafora satirica del loro matrimonio, macchiato dal sospetto e dall’ambiguità. Già dal trailer di questo dramma psicologico, si evince che la domanda martellante posta all’interlocutore è: “Chi tra marito e moglie mente e sarà riuscito a orchestrare la migliore messa in scena?”. Difficile dirlo, attanagliati da un alone di mistero e confusi ancor di più dall’effetto dei flashback a cui il regista affida parte della narrazione. E ancora: “Le 2 ore e 35 minuti di durata placheranno del tutto la nostra curiosità?”.