– di Sante Galante –
Mani o non mani? Alcuni consigli per mangiare le principali pietanze senza imbarazzi, utilizzando il giusto strumento e le…buone maniere
A pochi eletti capiterà di partecipare a un pranzo di Stato, tra presidenti, generali, personalità della Chiesa, ricchi premi e cotillon, ma molti di Voi potranno sedere in un ottimo ristorante sui colli per conoscere i futuri suoceri o – certamente meglio – chiudere un importante contratto di lavoro. Se la prima opinione è quella che conta, diventa fondamentale non sudare freddo e mettere in scena le principali regole di degustazione: come si mangia il pesce, il pollo, la frutta…e fino a che punto possiamo avventurarci con le mani prima che suonino le severe trombe del giudizio? Ecco qualche consiglio basilare di moderno galateo.
La prima pietanza servita in tavola è il pane; che sia sotto forma di pagnotta, fetta o grissino, occhio al doppio tuffo carpiato: non deve mai essere addentato direttamente, ma spezzato in modo delicato con le dita e, solo in un secondo tempo, portato alla bocca. Gli antipasti come pizzette e tartine – se consumati al buffet – possono essere mangiati con le mani (senza lasciare vistose tracce in stile Pollicino), altrimenti vale anche per loro la dura legge degli affettati: forchetta e coltello. Dura lex, sed lex.
Un classico piatto di antipasti misti
Se tutti i primi piatti asciutti o liquidi vengono degustati solo con forchetta o cucchiaio (per gli spaghetti consiglio quindi un corso accelerato di canna e mulinello), vale la pena soffermarsi sui secondi di carne e pesce. Sfatiamo la leggenda di pollo e rosticciana a mano armata: non esistono emuli di Bud Spencer o Tomas Milian a una tavola che si rispetti – borghese o proletaria che sia – ma ogni tipo di carne deve essere mangiata con forchetta e coltello. Le mani sono invece ammesse con crostacei e molluschi e solo – badate bene – per reggerli con la sinistra, mentre la destra ne estrae la polpa. Maggiore flessibilità hanno i vegani, i quali possono sollevare (con stile) gli asparagi o tuffarsi su finger food a base di pinzimoni e pannocchie.
Alberto Sordi in una celebre scena del film “Un americano a Roma”
Se ancora non siete sazi, dopo una buona pasticceria secca, gli amanti della manualità ripieghino pure su frutta come uva e ciliegie. Attenzione però ai noccioli: riponeteli con cura prima nel vostro pugno semichiuso e solo dopo nel piatto, perché un passaggio diretto potrebbe far saltare contratto di lavoro, matrimonio e svelare al mondo intero la vostra scarsa dimestichezza col cibo e…chissà cos’altro. Senza per questo dover per forza scomodare Isabel Allende e un suo famoso libro.
Un ultimo consiglio sincero che mi sento di darvi: così come per il “buon appetito” o il “brindisi time” nel dubbio, a tavola, meglio principiare per secondi che sbagliare per primi!
Immagine tratta dal sito www.allposters.it
L’immagine di copertina è tratta da: http://ilbambinovolante.blogspot.com