I gatti di Aleppo e il dolore del mondo: ma esiste una luce

-di Valeria Ronzani- Non esiste nessuna luce in fondo al tunnel. Oggi 2 Maggio 2016 un razzo è stato scagliato contro l’ambulanza appena donata dal gruppo che sostiene il rifugio per i gatti di Aleppo. Mohammad Alaa Aljaleel e il fratello si sono salvati. Questa volta. Fino a quando?

La nostra foto di copertina l’ha scattata Hosam Katan, giovane reporter siriano, quando ancora era ad Aleppo. Negli occhi innocenti del piccolo felino pare si rispecchi tutto il dolore di quel mondo devastato. Cosa ne è stato di lui non possiamo saperlo. Hosam Katan, come tutti laggiù, è stato travolto dal conflitto in corso. Lo racconta nel suo profilo facebook, si era appena diplomato e pensava all’università. La rivoluzione, la primavera araba che in Siria si è trasformata in sanguinosa guerra civile, ha colto lui e tanti altri in contropiede. Così ha deciso di imbracciare la macchina fotografica come propria arma personale, documentando quanto stava accadendo. E iniziando a collaborare con la Reuters. Molte delle foto dalla Siria sono sue, anzi erano, perché adesso Hosam si trova in Germania, dove forse potrà continuare in quel sogno di affermarsi come grande reporter, quale già è.

Zaina e Mohammad, invece, hanno deciso di restare. Di restare ad Aleppo, quella che era la più popolosa città siriana, ricca di storia (è una delle più antiche città del mondo, patrimonio Unesco, capitale culturale del mondo islamico, dove convivono etnie e culture diverse).  Ma sono cinque anni che la Siria è stretta nella morsa di un conflitto devastante, dove come in tutto il palcoscenico medio orientale gli attori in campo sono troppi e la propaganda imperversa. Ma le bombe e i morti sono reali, anche se le cifre ballano. Aleppo è un campo di battaglia, centro della ribellione, stretta fra la repressione di Assad, sfinita dai bombardamenti russi, e con l’Isis alle spalle. Purtroppo solo pochi giorni fa un’altra tragica denuncia. Così ci chiediamo:fino a quando?

Onore al coraggio di una giovane eroica giornalista come Zaina e onore al coraggio civile e umano di Mohammad Alaa Aljaleel, uomo semplice ma dotato di un dono che solo i grandi hanno. Perché lui tiene viva la fiaccola dell’umana ‘pietas‘. Così, grazie a lui, la speranza non si spegne, la speranza di tutti noi, che vorremmo non vergognarci del genere umano.

179782_10153875942952990_6450764721796675186_nLui era un elettricista, ma adesso guida l’ambulanza, va a tirare fuori la gente da sotto le macerie. “Ogni giorno ho ben chiaro che potrò non tornare”, racconta. Aveva pensato di partire, lui, la moglie, i tre figlioletti, ma poi, decisione condivisa con la famiglia, ha deciso di restare. Trasformandosi, ma ancora non lo sapeva, in un barlume di speranza in tanto dolore. La sua storia, e qui il cerchio si salda,  è nota proprio grazie agli scatti di Hosam Katan. Perché Alaa, oltre ad estrarre la gente dalle macerie, va a nutrire i gatti rimasti abbandonati nelle zone distrutte della città. Quelle fotografie in Italia le ripresero La Stampa e il Corriere della Sera.

Mohammad Alaa Aljaleel sulla sua ambulanza con un gattino appena salvato

Mohammad Alaa Aljaleel sulla sua ambulanza con un gattino appena salvato

E qualcosa si mise in moto. Grazie a Caterina Ginevra d’Alisio, collaboratrice di organizzazioni non governative, si creò il contatto con Alessandra Abidin, giovane violinista cremonese, che fonda il gruppo su Facebook ‘Il gattaro di Aleppo’. Gruppo chiuso che ciononostante sta toccando i 2000 membri. Dall’Italia e non solo, ormai davvero multilingue. Il gruppo, attraverso l’associazione umanitaria Syria Charity, che ha sede a Parigi ma che gestisce l’ospedale dove Alaa lavora (e che è stato recentemente bombardato), riesce a fare arrivare degli aiuti. Così Alaa sta costruendo un gattile, un gattile che sarà il primo della Siria in un’Aleppo distrutta, un gattile dove già trovano ricovero più di 150 gatti, alcuni cani e qualche anatra.

Mohammad e un gatto senza casa

Mohammad e un gatto senza casa

Lì accanto sta sorgendo anche un’area giochi per i bimbi, con giostre, scivolo, cavallucci. Ormai in città lo conoscono tutti, le famiglie che decidono di andarsene gli portano i loro gatti, e lui coinvolge ancora di più i bimbi dando una piccola cifra se gli portano un gatto abbandonato. Il gattile è intitolato ad Ernesto, l’adorato gatto di Alessandra Abidin, che purtroppo non c’è più. A breve dovrebbe essere fornito anche di casette per la notte e per il rigore dell’inverno.

Il gattile di Ernesto, l'ora della pappa

Il gattile di Ernesto, l’ora della pappa

Recentemente sono riusciti a distribuire doni ai bimbi, che vengono coinvolti il più possibile anche nell’accudire le bestiole. Un’oasi di quasi normalità, un sorriso che tutto questo può regalare, uno sguardo soccorrevole verso tutti gli innocenti, i bimbi e gli animali, davvero vittime incolpevoli dell’umana follia.

Di sé stesso Mohammad Alaa Aljaleel scrive nel gruppo facebook la pagina che potete leggere qui sotto. Sono parole di pace e di grande umanità. Riflettiamoci e non lasciamoli soli. Proviamo davvero a non fregarcene.

Amici, vorrei chiarire una cosa ,vorrei spiegare a voi chi sono io , e in che cosa credo .
Io sono un musulmano ,che ama tutte le religioni che Dio ha mandato per gli uomini , per me essere di fede islamica significa credere in pace , amore , e misericordia , non fare del male a nessuno , a nessuna religione. L’Islam mi vieta di fare del male ad un’altra persona di qualsiasi religione.
Nella mia città , vivo con delle famiglie cristiane , mi amano e li amo , non abbiamo differenza tra di noi . Sono rimasti qui con noi e hanno scelto di non espatriare, perché sono parte del posto anche loro , non permetto a nessuno di offendere qualsiasi religione , o di offendere una mia amica / amico .
Io vivo in mezzo a chiese e moschee , il cristiano è amico e vicino del musulmano e nessuno ci può separare.
Sono una persona molto semplice,  lavoro per creare amore tra le persone, chi ha a cuore i miei stessi principi , rimane mio amico, chi ha idee diverse lo invito a cancellarmi dalle amicizie. Perché io credo che ciò che ci unisce deve essere l’amore e la pace. E umanità e misericordia, sono le cose più preziose di questa vita . Grazie a tutti

  • Di fronte al gattile di Ernesto
    Di fronte al gattile di Ernesto
  • L'ora della pappa
    L'ora della pappa
  • Un ospite si presenta
    Un ospite si presenta
  • L'altalena
    L'altalena
  • Una visita
    Una visita
  • Alaa recupera una gatta rimasta sola nell'appartamento bombardato
    Alaa recupera una gatta rimasta sola nell'appartamento bombardato
  • Un giro in ambulanza
    Un giro in ambulanza
  • Recupero
    Recupero
  • Alaa con uno degli ospiti
    Alaa con uno degli ospiti
  • Bimbi in visita
    Bimbi in visita

Il presidente dell’Associazione umanitaria Syria Charity denuncia il bombardamento dell’ospedale di Aleppo, da loro gestito, e la grave violazione dei diritti umanitari (sottotitoli in francese)

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