Dal Covid-19 allo streaming, la nuova forma di spettacolo “dal vivo”

-di Michele Lai- I drammatici effetti della pandemia da Covid-19 hanno comportato, tra l’altro, la paralisi del sistema teatrale mondiale con limitatissime deroghe ed eccezioni. Può senza dubbio affermarsi che il settore più duramente colpito dalle misure di contenimento della pandemia, adottate indistintamente da tutti i governi del mondo, è quello della produzione ed organizzazione di spettacoli dal vivo e quindi anche il settore a noi più caro dell’Opera Lirica.

Quando chiusero i teatri…

Ho espresso un giudizio fortemente critico di fronte alla decisione adottata in occasione della così detta “seconda ondata” di chiudere sine die i teatri e le sale da concerto, perché credo che le misure adottate per il “distanziamento sociale” all’interno delle sale siano assolutamente efficaci ed idonee alla fruizione “in sicurezza” dello spettacolo dal vivo. Ma la granitica decisione di tutti gli Stati di optare per la chiusura totale, ha ridotto a silenzio la mia critica come quella di tanti artisti ed operatori del settore.

Nella situazione di generale e generalizzata tristezza innanzi ai portoni dei teatri chiusi, le prime diffusioni sulla rete web di opere liriche e concerti, così come le trasmissioni streaming di prestazioni artistiche rese dai musicisti e cantanti dalle proprie dimore improvvisate a studio di registrazione, hanno incrementato la mia tristezza.

Lo streaming, tra leggi e diritti

Andando avanti, tuttavia, sono stato contattato da enti di produzione, artisti ed addetti ai lavori per rispondere a quesiti giuridici sulla possibilità di distribuire, diffondere e pubblicare sulla rete web vecchie registrazioni d’archivio, ovvero registrazioni di alta qualità di prestazioni dal vivo, in streaming.

Così, nell’interessarmi più a fondo di una materia sinora sfiorata a latere della redazione di scritture artistiche “a recita”, mi sono reso conto che le potenzialità di questa forma di comunicazione al pubblico degli spettacoli dal vivo sono davvero elevate.

Distribuzione on line: un’occasione da cogliere

Nel contempo sono stato coinvolto in un’innovativa esperienza digitale quale il Concorso di Canto Lirico Virtuale, ideato dall’amica Fiorenza Cedolins che tra qualche critica e molti plausi ha chiuso la prima edizione con un elevatissimo numero di contatti e di visualizzazioni e si sta preparando per la seconda edizione.

Non dispongo delle necessarie professionalità in comunicazione e media per immaginare e predire il futuro della trasmissione, diffusione e distribuzione on line dello spettacolo dal vivo, mentre nell’ambito della mia professione legale posso affermare che l’intero mondo produttivo di opere liriche e concerti deve metter mano rapidamente a tali realtà per non perdere un’importante occasione, che senz’altro involontariamente la pandemia Covid-19 ci ha proposto.

Fruizioni alternative…ma mai sostitutive

E quindi ho ritenuto interessante scrivere queste poche righe di approfondimento per i lettori del fenomeno streaming inteso quale futura forma di fruizione alternativa, accessoria ed ovviamente mai sostitutiva dello spettacolo dal vivo, in particolare pensando alla straordinaria opportunità che lo streaming offre di fruizione in tempo reale di uno spettacolo dal vivo in tutto il mondo, oppure l’altra opportunità di fruire continuativamente e con accesso estremamente facilitato di contenuti on demand che possono rappresentare un fondamentale aiuto nella formazione e preparazione culturale ed artistica dei giovani interpreti ed esecutori.

Teatri e artisti, i primi errori

La materia è poco regolamentata sia da leggi o regolamenti, sia da usi o consuetudini e le clausole che è dato reperire nei contratti di scrittura artistica sono spesso lacunose o addirittura erronee.

Ne consegue che, tra le prime criticità che si sono manifestate nel più massiccio uso delle piattaforme web, per la pubblicazione e trasmissione di contenuti musicali dal vivo, vi sono state da parte di alcuni teatri le pubblicazioni di materiali custoditi nei propri archivi, senza disporre dei relativi diritti di utilizzazione e da parte di alcuni artisti la difficile quantificazione economica della prestazione trasmessa in streaming per mancanza di indicatori certi quali (nel caso dello spettacolo dal vivo) la vendita dei titoli di ingresso, oppure per le Orchestre ed i Cori la necessità di rinegoziare a livello di contrattazione collettiva i diritti di ripresa e di registrazione, sino ad oggi affidati ad episodici contratti integrativi aziendali o a generiche clausole del CCNL.

On demand…o live?

Senza voler entrare nel dettaglio di una materia tanto complessa quanto tecnica, mi limito a ricordare che possiamo dividere lo streaming in due tipologie: on demand e live. On demand si intende la trasmissione di contenuti video/audio compressi e memorizzati su di un server e successivamente forniti agli utenti che ne fanno richiesta; live si intende la registrazione e trasmissione della prestazione dell’interprete/esecutore dal vivo e consente anche la interazione di una molteplicità indistinta di utenti e fruitori.

La distribuzione digitale dei contenuti attraverso le piattaforme tradizionali quali Spotify e Amazon Prime utilizzate per lo streaming on demand o per il download consentono agevolmente di quantificare attraverso i numeratori l’entità dei diritti connessi dovuti ad interpreti ed esecutori; più complesso è il conteggio con riferimento alle piattaforme social quali You Tube o Facebook per le trasmissioni streaming live.

Il problema dei compensi

Attualmente i contratti di scrittura artistica per prestazioni in live streaming prevedono compensi a forfait per la registrazione e diffusione in un numero determinato di passaggi, alla stregua dei passaggi televisivi, ma ritengo auspicabile nel futuro poter disporre di una raccolta e di una distribuzione dei compensi, maturati dagli artisti, più esatta e quindi congrua, prendendo ad esempio la raccolta dei diritti connessi radiofonici.

Se dunque la registrazione della prestazione artistica dal vivo ai fini della diretta streaming viene a costituire l’oggetto di una nuova forma di scrittura artistica, altra forma di contrattazione si deve applicare all’ipotesi della pubblicazione sulla rete di materiali registrati ad uso archivio, per cui l’artista dovrà concedere una liberatoria sia sotto il profilo del morale (qualità della registrazione), sia sotto il profilo economico (corrispettivo per la cessione dei diritti connessi esclusivi di pubblicazione, registrazione e diffusione al pubblico).

Un esempio di clausola per la cessione dei diritti

Volendo esemplificare una clausola contrattuale per la cessione dei diritti live streaming posso suggerire la seguente:

“L’Artista autorizza la registrazione della propria esecuzione/interpretazione al fine della diffusione in streaming per n. _________ passaggi nel calendario sopra indicato e dichiara il compenso pattuito idoneo per il diritto di ripresa che costituisce l’oggetto del presente contratto di scrittura; senza diritto a compenso aggiuntivo l’Artista cede all’Associazione il diritto di riprendere e ad utilizzare la propria immagine nel materiale promozionale e pubblicitario in uso. L’Artista autorizza altresì la registrazione televisiva del concerto fino a 10 minuti con riproduzione della durata massima di 3 minuti, a diritto di cronaca”

“Tutte le riprese avverranno escludendo l’uso di flash o di ulteriori luci. La cessione dei diritti di fissazione su qualunque tipologia di supporto e qualunque utilizzazione a fini commerciali differente dalla trasmissione in streaming come sopra specificato dovrà essere disciplinata tra le parti con separato accordo, ivi inclusa la eventuale cessione della registrazione da parte dell’Associazione a terzi soggetti”

Tutto…ma non il silenzio

Concludo quindi con l’invito a considerare la diffusione digitale dello spettacolo dal vivo non il “triste rimedio” per evitare il “silenzio” durante la pandemia Covid-19, ma un nuovo strumento di dialogo con il pubblico, di diffusione e promozione culturale e di coesione internazionale delle tradizioni culturali.

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