– di Claudia Renzi-
La scena industriale campionata dalla rete. Un viaggio alla ricerca degli artisti underground degli anni ’70/80 al seguito di Riccardo Tassi, DJ producer e collezionista di vinili
“Accesso all’informazione”: è il principio che troneggiava nell’introduzione del giornalista Jon Savage al Manuale di cultura industriale del 1983, raccolta di personaggi e fenomeni estremi come i Throbbing Gristle, selezionati da Vale, il guru della casa editrice RE/Search di San Francisco. Sulla scena alternativa si cercavano nuovi mezzi per diffondere in maniera virale idee, arte e musica non contaminati dal mainstream, dall’estetica edulcorata, dal socialmente corretto. Era la nuova avanguardia, targata prevalentemente Usa e UK, che spalancava al pubblico le porte di altre dimensioni, preconizzando nuovi innesti uomo-macchina-intelligenza artificiale, ispirati alle visioni cyberpunk di Philip K. Dick e William Gibson. “Underground”: è questa la definizione che ci accompagna dal secolo scorso, divenuta ormai una sorta di brand. Anche grazie alla rete, dove tutto (o quasi) è, al contrario, in superficie: nel mare magnum dell’informazione autonoma e istantanea, dove si depositano senza filtro i
materiali di un tempo e si diffondono i nuovi input. Ne parliamo con Riccardo Tassi, DJ producer e collezionista di dischi: un “campionatore vivente” delle controculture, sintonizzato su tutto ciò che emerge on line.
I social media sono una novità nella scena sperimentale?
Non proprio dato che già negli anni ’80, periodo chiave per il movimento, gli artisti comunicavano attraverso dei terminali via modem. Gli hacker e i comuni utenti dei pc si scambiavano messaggi – da semplici annunci a idee di argomento musicale, artistico e politico – tramite delle apposite bacheche cui ci si connetteva con la rete telefonica: i BBS-Bulletin Board System, che oggi consideriamo l’archeologia dei forum. Nei primi anni ’90 Tommaso Tozzi ha aperto Hacker Art BBS.
Tra le sezioni figurava l’Area Cyberpunk, punto di riferimento per questa corrente e per le sue istanze, dalla scienza intesa come religione alla musica industriale ispirata ai Throbbling Gristle e alla tecnica del cut-up (tecnica letteraria che consiste nel tagliare materialmente un testo scritto ricomponendolo mescolando i ritagli, ndr.) utilizzata da William Burroughs. In rete figura ancora un network ideato negli anni ’80 da Genesis P-Orridge e in seguito portato avanti da altre persone: il TOPY – Thee Temple ov Psychick Youth. Nacque a Los Angeles da una comune di artisti per poi diramarsi attraverso vari access point in cui si scambiavano materiali musicali e artistici a sfondo esoterico, secondo lo stile apocalittico che caratterizza questi fenomeni. Con l’avvento di internet si potevano incrociare le TOPY On-line Transmission, ossia scambi via mail di saggi o estratti da testi importanti per il collettivo. Un sito che oggi si distingue come punto di riferimento per la documentazione a tema è Ain23.com.
La memoria di esperienze estetiche estreme trova spazio on line?
Diverse pagine facebook trattano l’argomento e condividono materiali, come alcuni gruppi chiusi: “The Temple Experience”, che pubblica immagini di band e artisti punk e industrial, The Cramps come Diamanda Galas, e “Thee Network” che riprende i temi tipici delle controculture. Ancora, il gruppo pubblico“SPK” ispirato al progetto di Graeme Revell, e la pagina dedicata a Brion Gysin, l’artista e scrittore che inventò la visionaria Dreamachine e il cut-up. Poi la pagina Survival Research Labs dell’artista Mark Pauline con i suoi robot organici, vere fonti di ispirazione per la creatività industrial.
Il profilo di Genesis P-Orridge è tra i più seguiti: oltre a fare musica con i PTV3, continua a essere una figura di riferimento per tutto il panorama culturale underground. Youtube è, naturalmente, una risorsa importantissima; lo scorso anno ho postato su Fb un video di “How To Operate Your Brain”, una lecture di Timothy Leary per musica e immagini di Genesis P-Orridge, che lei stessa ha ricondiviso commentando il post, spiegandone la tecnica di realizzazione e rievocando le vicissitudini di Leary e di Genesis, che al tempo era stata appena espulsa dalla Gran Bretagna e aveva trovato riparo presso di lui a Los Angeles. Non dimentichiamo infine che la voce di Leary è presente in alcuni brani techno degli Psychic TV degli anni ’90! Sul fronte degli archivi digitali, i settori di ricerca devono molto a UbuWeb, che raccoglie materiali sperimentali di ogni tipo, dalle avanguardie storiche alla beat generation e ai Super 8 hardcore di Richard Kern con Lydia Lunch, alcuni dei quali disponibili anche su Vimeo.
Gli artisti di quel periodo sono ancora fortemente acclamati…
In tempi recenti abbiamo assistito a una riscoperta delle band più significative del periodo. Il Traffic Festival di Torino ha ospitato negli anni gruppi del calibro dei Throbbing Gristle nella formazione originale, i Sex Pistols con i quattro membri della prima formazione, con Glen Matlock al basso, e ancora tanti altri come i Pan Sonic e Aphex Twin e il gruppo industrial torinese CCC CNC NCN.
A Prato invece abbiamo visto gli Psychic TV, sotto il nome di PTV3, con Genesis P-Orridge. Poi i Death in June, Boyd Rice, noto come NON, considerato uno dei maggiori esponenti della scena noise. Tra i protagonisti dell’epoca ricordiamo David Tibet dei Current 93, ancora attivo: alcuni dei suoi LP escono in edizioni limitate quotatissime, poiché ogni copertina è un pezzo unico dipinto a mano. Ci sono poi band del calibro dei Ministry, degli Einstürzende Neubauten, o dei Nurse with Wound, che hanno suonato a Firenze, come di recente i Kraftwerk all’Opera. Infine, Graeme Revell degli SPK, che oggi compone colonne sonore e in tempi recenti ha partecipato al progetto per CSI Miami. Gli SPK hanno particolarmente inciso sull’immaginario industriale: il nome è tratto dal Sozialistisches PatientenKollektiv, un collettivo di pazienti psichiatrici tedeschi che negli anni ’70 saltarono in aria dopo aver costruito una bomba nel manicomio.
Le riviste elettroniche hanno sostituito le fanzine underground?
Ovviamente così come è entrata in crisi in generale l’editoria su carta, anche le fanzine underground sono progressivamente scemate negli anni. I blog e le pagine di Fb hanno sostituito i canali che almeno fino agli anni ’90 erano ancora attivi. L’alternativa alla scomparsa definitiva per alcuni è stata l’evoluzione in qualcos’altro. Pensiamo a Burp, una fanzine nata a Firenze come rivista di fumetti, che ha sempre mantenuto la sua forma iniziale ma che negli anni ’90 serviva a diffondere le date dei concerti più interessanti su Firenze. Oggi la rivista, pur essendo ancora realizzata su fotocopie, ha una diffusione internazionale per il fatto che i suoi curatori sono andati a vivere all’estero: Nicotina sta a New York, Mat Pogo e Roberta Andreucci a Berlino, e sono molto attivi con la loro band Jealousy Party, mentre Gianni Agus è a Firenze. Ma è evidente che nella nuova forma non possano rientrare gli eventi locali…