-di Simone Soranna-
Si è chiuso lo scorso 20 Giugno la dodicesima edizione del Biografilm Festival di Bologna, una rassegna iniziata il 10 dello stesso mese che ha come scopo quello di proporre al pubblico emiliano un vasto programma costituito da opere legate ai racconti biografici.
Forte di un cartellone davvero eterogeneo e ben assortito, la kermesse ha saputo guardare a film provenienti da tutto il mondo cercando di dare spazio sui propri schermi sia ad autori già affermati che a nuovi talenti emergenti. Sono infatti stati presentati in anteprima italiana il vincitore della palma d’oro più recente, quella del 2016, I, Daniel Blake (diretto da Ken Loach) e, dalla medesima edizione di Cannes, il bellissimo Neruda (di Pablo Larrain) incentrato sulla vita del celeberrimo poeta che vanta, nel cast, la presenza di Gael Garcia Bernal, ospite a Bologna per presentare il film e incontrare il pubblico.
Tra i titoli italiani che sicuramente hanno suscitato più consensi, svetta il documentario diretto da Silvio Soldini intitolato Il fiume ha sempre ragione, il quale si è aggiudicato il premio del pubblico. Sempre a proposito di cinema del reale, anche l’ultimo lavoro firmato dal tedesco Werner Herzog ha trovato largo apprezzamento. Il film si intitola Lo and Behold, Reveries of the Connected World ed è un progetto significativo per il presente storico in cui viviamo. Muovendosi con mano sicura e mai invadente, l’autore propone una carrellata accurata ed eterogenea incentrata sul valore che l’informatica ha oggi e sull’influenza di quest’ultima nelle nostre vite di tutti i giorni.
Sempre legato a un simile argomento anche se declinato su fronti decisamente opposti, è stato presentato Zero Days, dello statunitense Alex Gibney. Reduce dall’ultima Berlinale, nella quale il film venne presentato in concorso, anche questo documentario prova a fare luce sulle potenzialità dell’informatica, seppure focalizzandosi prevalentemente sul terrorismo telematico e la guerra di spionaggio che si combatte quotidianamente sui canali a noi più familiari.
Sempre da Berlino invece provengono Miles Ahead, interessante biopic firmato da Don Cheadle incentrato sulla figura del musicista Miles Davis e Maggie’s Plan, commedia statunitense con Julianne Moore, Greta Gerwig e Ethan Hawke.
Infine, da segnalare le numerose manifestazioni collaterali promosse dal Festival e organizzate prevalentemente all’interno del Bio Parco dove, tra concerti, presentazioni, street food e partite degli Europei di calcio, i giovani della città hanno potuto entrare in contatto con una realtà cinematografica differente e stimolante, capace di far parlare di sè e attirare l’attenzione del pubblico anche attraverso attività di aggregazione meno legate alla settima arte, ma non per questo da escludere o non considerare.