INTERVISTA ESCLUSIVA AL REGISTA FRANCESCO CHIATANTE
-di Tommaso Tronconi-
Heidi, Goldrake, Jeeg Robot, Dragonball, Naruto, Holly e Benji, Lupin, Ken Il Guerriero. Protagonisti di Manga e Anime che hanno influenzato più di una generazione. Ne abbiamo parlato col regista Francesco Chiatante, che a questo “mondo animato” ha dedicato un bel documentario che il 28 ottobre sarà proiettato a Lucca Comics & Games.
Dalla fine degli anni Settanta è iniziata in Italia una vera e propria invasione “animata” giapponese che, a dir la verità, continua tutt’oggi. Una miriade di personaggi di Manga e Anime hanno conquistato le nostre edicole e poi il piccolo e grande schermo, incontrando il caloroso favore del pubblico italiano. Francesco Chiatante (classe 1981) vi ha dedicato un documentario, Animeland – Racconti tra Manga, Anime e Cosplay, che però lui preferisce definire “raccontomentario”. A ben vedere, infatti, è una lunga cavalcata/chiacchierata attraverso ricordi, aneddoti e sogni di attori, registi, cantanti, scrittori, disegnatori e giornalisti il cui immaginario e la cui vita sono stati irrimediabilmente influenzati dai fumetti e dai cartoni animati.
Tra pochi giorni avrà luogo una nuova sfavillante edizione del Lucca Comics (28 ottobre-1 novembre 2016). È quindi il momento pressoché perfetto per parlare con Francesco Chiatante di questo “mondo parallelo”, di come è nata l’idea del suo film e di come si è sviluppata. Animeland – Racconti tra Manga, Anime e Cosplay sarà infatti proiettato a Lucca Comics & Games venerdì 28 ottobre (ore 13.00), presso l’Auditorium San Girolamo. Ecco cosa ci ha raccontato.
Cominciamo con le presentazioni: Francesco Chiatante, classe 1981, pugliese. Qual è stato il tuo percorso di studi e come ti sei avviato al cinema?
Oltre ai fumetti e ai cartoni animati ho sempre amato, fin da piccolo, anche il cinema. Prima tappa importante del mio percorso formativo (subito dopo buona parte dell’infanzia passata tra i cartoni animati in Tv e i film d’autore al cinema dove mia mamma mi portava) è stato il liceo artistico a Taranto dove ricordo che ci facevano disegnare tantissimo (e dove tante volte è capitato d’infilare, nei lavori di quel periodo, tante citazioni provenienti da film e personaggi legati al cinema che avevo apprezzato nei periodi precedenti). Finita la scuola superiore, ho completato gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata dove c’era un corso di Teoria e Tecnica della Comunicazione Visiva Multimediale, le cui materie principali erano regia, riprese video, montaggio video, computer grafica, animazione, pagine web, ecc. Ricordo quegli anni all’Accademia come un periodo di grande studio, letture e sperimentazione video nelle più svariate forme.
E poi?
Poi qualche anno dopo mi sono trasferito a Roma per frequentare un importante Master in Effetti Speciali VFX per il cinema, il quale ha completato a tutto tondo la mia preparazione in questi ambiti. In tutti questi anni ho sempre realizzato o contribuito alla produzione di audiovisivi o filmati fuori da piani di studio e progetti scolastici/universitari. Infine negli ultimi anni ho collaborato a documentari prodotti da Franco Zeffirelli, backstage di film (indimenticabili i set dei film di Ivano De Matteo, una vera e propria scuola di cinema e di vita!), di fiction, ecc.
Com’è nata l’idea di Animeland e quanto è durata la gestazione?
L’idea di Animeland – Racconti tra manga, anime e cosplay nasce dall’unione di tre mie grandi passioni: quella per manga e anime (e per tutto l’immaginario pop giapponese, cosplay inclusi), quella per gli aneddoti in genere e i racconti (soprattutto quelli confidenziali) e quella per film e documentari. Per certi versi, ho sempre avuto voglia di poter contribuire in qualche maniera alla diffusione e ad una maggiore comprensione di questi immaginari che hanno segnato più generazioni di ragazzi italiani e stranieri! Riguardo la produzione effettiva di Animeland, è durata oltre tre anni ma sono stati tre anni indimenticabili!
Cinema e fumetto sono due arti nate praticamente in contemporanea sul finire dell’Ottocento. E da sempre hanno goduto d’innata fortuna. Cosa ti affascina di più del feeling che da sempre le unisce?
Ho sempre apprezzato la possibilità di raccontare storie in così tante maniere, simili o differenti, di realtà o fantasia, attraverso forme di comunicazione come cinema e fumetto che hanno tantissimo in comune (e non parlo solo di età anagrafica) pur essendo in fondo così diverse.
Manga e Anime giapponesi hanno trovato terra fertile nel pubblico italiano. Un pubblico di grandi “consumatori” di strisce animate. Pensi che oggi i fumetti abbiano perso un po’ del loro appeal, complice anche la crisi della carta stampata?
I fumetti in genere forse non vendono più quanto e come vendevano un tempo, ma ci sono sempre personaggi e storie (europee, americane o giapponesi) che continuano ad andare fortissimo a seconda di periodi, mode, gusti del pubblico di ogni età!
E se una volta, e ancora tutt’oggi è così, si leggevano fumetti cartacei, nessuno vieta che un giorno non si potranno leggere esclusivamente fumetti/manga/comics totalmente in digitale. A conferma di questo, molti editori italiani e internazionali hanno già i loro interi cataloghi in vendita anche in formati digitali, sui loro siti o sui principali portali di vendita di libri e fumetti online!
Nel tuo documentario parlano tante personalità del mondo dello spettacolo: Maurizio Nichetti, Caparezza, Paola Cortellesi, Fausto Brizzi, Valerio Mastandrea, Shinya Tsukamoto, Michel Gondry. Come è stato avvicinarli e coinvolgerli in questo progetto?
Che dire… è stato semplicemente straordinario… l’intero film nasce quasi come una specie di scommessa, di grande gioco! Non è da tutti andare a cercare uno ad uno questi personaggi per convincerli a partecipare ad un film low-budget per creare, con tutti loro, un grande puzzle per raccontare l’immaginario di manga, anime e cosplay come non era mai stato fatto prima in Italia e, probabilmente, in nessun altro posto!
Tu però nel film non parli mai, neppure nelle vesti di narratore. Quali sono i tuoi personaggi dei fumetti preferiti? Quale l’Anime che più ha segnato la tua adolescenza?
È vero, io nel film non parlo mai in prima persona e, soprattutto, con la mia voce. Ma per un certo verso è come se io l’abbia comunque fatto tramite le parole dei personaggi e degli esperti presenti nel film. I personaggi dei fumetti che mi piacciono di più? Se ti riferisci agli italiani probabilmente non posso non indicare Dylan Dog (anche se recentemente il personaggio è cambiato tanto dall’originale ideato da Tiziano Sclavi) e negli ultimi anni alcune opere particolari di Zerocalcare e Gipi. Per le vignette internazionali ho sempre trovato inimitabili i Peanuts, mentre per i manga la lista è lunghissima: da Lupin III a I Cavalieri dello Zodiaco passando per Slam Dunk, la prima serie di Dragonball (quella con Goku bambino è stupenda!) fino ai manga d’autore di ogni genere.
Anche la lista degli anime che mi hanno fatto impazzire è molto lunga ma se dovessi additare l’anime che ha segnato la mia adolescenza non ho alcun dubbio: Ken il Guerriero!
E anche per questo sono stato felice come non mai di avere in Animeland Masami Suda, storico character design, tra gli altri prodotti, delle due serie storiche di Ken e dello straordinario film animato del 1986!
Il tuo documentario si apre con la frase “il paradiso risiede nei ricordi della nostra infanzia”. È quindi un paradiso perduto? Pensi che i ragazzi e giovani di oggi dovrebbero leggere di più e stare meno su Facebook?
Il paradiso della nostra infanzia è perduto solamente se si decide di perderlo, o se lo si dimentica (cosa molto frequente nella nostra società troppo spesso basata su giochi di potere, denaro, carriere, ecc.). Nessuno vieta a chiunque di conservare o preservare il meglio di ogni età (infanzia inclusa) per poter essere un giorno uomini e donne migliori!
Il discorso sui social network nel mondo di oggi mi fa davvero paura. Tantissime persone sono convinte che aprire un social network equivale ad avere tanti amici, tanti contatti, tante possibilità, tante esperienze, tante informazioni… beh, alcune di queste cose (come ad esempio l’accesso a molte informazioni con un click) sono certamente positive, altre sono solo un’illusione. Ho paura che tante persone si stiano un po’ alla volta dimenticando che il mondo è là fuori (e non nei social network!). Mi verrebbe da dire a tutti: “Sentitevi sui social network, sì! Ma poi uscite, incontratevi, vivete, esplorate nuovi mondi, girate per posti che non conoscete, perdetevi… ritrovatevi…” e leggete anche di più e non solo fumetti ma tutto quello che vi incuriosisce e vi capita a tiro!
Ultima domanda: stai già lavorando a qualcosa di nuovo? Hai già nuove idee, magari un film di finzione?
In questo periodo, tra una cosa e l’altra, sto scrivendo, studiando, appuntando due o tre progetti che mi piacerebbe realizzare appena possibile! Indubbiamente un film di finzione prima o poi andrebbe proprio fatto… ma forse prima ci sarebbe da percorrere una via di mezzo, magari un docu-film, un po’ documentario e un po’ film di finzione!