Chi si ricorda dei Supertramp? La band britannica ha attraversato gli anni ‘70 e ‘80 col loro mix di progressive, rock e pop di qualità toccando l’apice proprio col disco di cui vi “amarcorderemo” questa settimana e che contiene tutti insieme i loro tre migliori singoli entrati di prepotenza nella Hall of Fame della musica mondiale.
“Breakfast in America” colpisce sin dalla copertina con quell’allegra cameriera, un po’ Bette Davis un po’ Jack Nicholson, che sbuca dal finestrino di un aereo ergendosi a Statua della Libertà e sollevando un succo di frutta a mo’ di torcia. Alle sue spalle lo skyline di Manhattan. Ne siete proprio convinti? Guardate bene la foto. In realtà più che un panorama metropolitano non è altro che uno skyline di stoviglie e bottiglie pronte per una vera american breakfast. Davvero originale l’idea di Mike Doud, già creatore di molte altre celebri music cover.
L’interno del disco non è invece finzione ma pura qualità, con 10 brani di alto spessore sonoro che mescolano romanticismo, malinconia ma anche voglia di evasione e viaggio, con perfetti arrangiamenti di chitarra elettrica e strumenti a fiato (sax, clarinetto, armonica) che mai oltrepassano il ruolo concesso, pestando i piedi alla coppia tastiera/piano elettrico dei padri fondatori Rick Davies e Roger Hodgson.
La facciata A rasenta quasi la perfezione, con in fila quei tre brani che sempre continuerete ad ascoltare in radio e in tv e che magari fischiettate da trent’anni chiedendovi quale sia il titolo o a chi appartenga il falsetto. Parliamo naturalmente di “The logical song” (“When I was young/It seemed that life was so wonderful/A miracle/Oh it was beautiful, magical”), “Goodbye stranger”, “Breakfast in America”. Ma anche il lato B non sfigura al confronto, a partire dal pezzo di apertura (e quarto estratto) “Take a long way home”. Un ottimo disco, insomma, perfetto per un lungo viaggio alla guida di giorno come di notte.
Dopo quest’album campione di vendite (18 milioni di copie in tutto il mondo, con la prima posizione raggiunta dagli Stati Uniti all’Australia, dal Canada a Francia e Germania) il lento declino della band fino alla separazione consensuale tra Davies e Hodgson nel 1983. Nel mezzo ancora il tempo per un singolo di successo, quella “It’s raining again” dal dolceamaro video. Buon Amarcord a tutti!