VENT’ANNI FA USCIVA IN ITALIA ‘IL PAZIENTE INGLESE’: DALLA VAL D’ORCIA ALLA VERSILIA RISCOPRIAMO I SET TOSCANI DEL FILM 9 PREMI OSCAR
-di Claudia Porrello-
In principio era l’omonimo romanzo dello scrittore canadese Michael Ondaatje, poi divenne film, conquistando una posizione d’onore tra le pellicole con più premi e riconoscimenti della storia del cinema – tra questi 9 Premi Oscar, 2 Golden Globe e 6 BAFTA – e tra le più amate degli ultimi decenni. Il paziente inglese, lo struggente melodramma diretto dal regista britannico Anthony Minghella, usciva nelle sale americane nel dicembre del ’96 e due mesi dopo in Italia, esattamente vent’anni fa, il 28 febbraio 1997. Un anniversario che è stato festeggiato all’ultima Festa del Cinema di Roma, occasione che ha visto sfilare sul red carpet capitolino gli attori protagonisti: Juliette Binoche (Oscar e Orso d’Argento per la sua interpretazione nel film), Kristin Scott Thomas e Ralph Fiennes; tre “grandi” del cinema di oggi, le cui brillanti carriere molto devono al successo planetario del film.
La storia è quella del conte ungherese László Almásy (Fiennes), rimasto gravemente sfigurato da un terribile incidente aereo in Africa del nord, alla fine della seconda guerra mondiale. Ormai in fin di vita, si prende cura di lui la giovane infermiera canadese Hana (Binoche) in un monastero diroccato della campagna toscana. “Il paziente inglese” (è così che lo chiamavano) non ricorda molto di sé, ma la memoria lo riconduce piano piano al suo passato, alla fine degli anni ’30. L’uomo ha un vivido ricordo della grande passione che lo aveva legato, nel corso di una spedizione cartografica nel Sahara, all’affascinante Katherine (Scott Thomas), moglie dell’aristocratico Geoffrey (Colin Firth). Dopo l’innamoramento clandestino, lo scoppio della guerra e altre circostanze avevano costretto i due amanti a separarsi: Katherine era rimasta sola nel deserto perché ferita e impossibilitata a muoversi e Lászlo, che nel mentre si era avventurato alla ricerca di soccorsi, non riuscì a tornare in tempo per salvarla. Tormentato dal ricordo dell’amore perduto e dai dolori fisici, chiederà lui stesso ad Hana, l’amorevole infermiera, di porre fine alle sue sofferenze sul letto di morte.

Monastero di Sant’Anna in Camprena (Pienza) – Photo credit: Manuela Riso
Il “rifugio” del paziente inglese, il luogo “protagonista” dove sono state girate le scene più forti e suggestive intorno al quale il racconto si snoda tramite nostalgici flashback, è il Monastero di Sant’Anna in Camprena, a pochi passi da Pienza (Siena), splendidamente ritratto dalla fotografia Premio Oscar di John Seale in tutto il suo fascino autunnale. Molte le sequenze girate sia all’interno che all’esterno dell’edificio di questo ex complesso monastico olivetano del XV secolo, che ora è divenuto un agriturismo gestito dalla diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza. Questo convento ha rappresentato la location cardine del film, visivamente imponente e dominata dall’iconico campanile – più volte oggetto unico delle inquadrature – armonicamente ritratto tra le colline color ocra. E’ stata sede di riprese anche la Piazza Pio II nel centro storico di Pienza, utilizzata per la scena del ballo che festeggiava la fine della guerra.
Per portare sullo schermo Il paziente inglese, la grande produzione della Miramax è sbarcata in Versilia, ambientandovi buona parte del film. Sebbene le location italiane siano principalmente in Val d’Orcia, la troupe cinematografica ha fatto base a Viareggio, al Grand Hotel Principe di Piemonte, dal 21 ottobre al 7 novembre 1995. All’interno del complesso turistico-balneare Principe di Piemonte è stato allestito il set di un consolato inglese, mentre la scena di un ospedale da campo canadese è stata girata a Massaciuccoli, nella zona di Cava Niquila. Altri esterni a Ripafratta e sulla spiaggia di Forte dei Marmi: sullo schermo sono riconoscibili le tipiche cabine in legno a “casetta”. Da non dimenticare il frammento del film nella Basilica di San Francesco in Arezzo all’interno della quale Juliette Binoche viene issata con una corda dall’artificiere indiano Kip, di cui era innamorata, ad ammirare gli splendidi affreschi che Piero della Francesca dipinse tra il 1453 e il 1466 nella Cappella dei Bacci: una sequenza notturna particolarmente emozionante e romantica, che ritrae i due giovani innamorati speranzosi di un futuro migliore. Questi i luoghi scenografici tutti toscani che hanno reso celebre le ambientazioni de Il paziente inglese dal punto di vista visivo, elemento essenziale per quest’opera epica e sentimentale che è stata inserita tra i migliori 100 film britannici del XX secolo.
Lo stabilimento balneare che ha ospitato le riprese del film non è il Principe di Piemonte, come scritto nella didascalia della foto, ma il Bagno Onda Marina di Forte dei Marmi. Scelto appositamente dal regista per la sua particolare posizione che non presenta case sullo sfondo. Il bagno sopracitato è inoltre il più antico di Forte dei Marmi, fondato nel 1904.
Grazie per la preziosa segnalazione. Purtroppo sfuggita. Provvedo ad aggiornare. Grazie ancora Valeria Ronzani