–di Valeria Ronzani–
Ciao Lindsay, te ne sei andato in un soffio, con la leggerezza con cui hai vissuto. Kemp ci ha lasciato a 80 anni, la sera di venerdì 24 nel suo appartamento nel centro di Livorno, la città che aveva adottato e da cui era stato adottato. Ce lo racconta Daniela Maccari, da dieci anni sua prima ballerina e sua assistente. “Ero presente. Andarsene così è stato un regalo. Non credo se ne sia nemmeno accorto. Aveva ballato fino a un’ora prima. Era stata una giornata come tutte le altre, la spesa al mercato che amava tanto, le prove, gli insegnamenti, e lui aveva sempre da insegnare qualcosa. Poi la cena alla pizzeria sotto casa, insieme ai più stretti collaboratori, ridere, scherzare, le cose che con lui riuscivano così facili. Eravamo nel salotto del suo appartamento, aveva il pc sulle ginocchia. ‘Non mi sento troppo bene, vado un attimo in camera’. Invece, un battito di ciglia e non c’era più”.
Ringraziamo Daniela per le belle foto che ci ha cortesemente fornito e ricordiamo che da lunedì 27 sarà allestita la camera ardente, al Teatro Goldoni di Livorno. Noi lo ricordiamo con le belle immagini che ci ha inviato Daniela e con i video delle sue performance e dei suoi spettacoli.
Proprio il mondo dei Balletti Russi di Sergej Diaghilev, la danza di un rivoluzionario come Vaclav Fomič Nižinskij, erano per lui, ci testimonia la Maccari, fonte di ispirazione inesauribile. Come Picasso, Mirò, Isadora Duncan, Pina Bausch, coloro che avevano liberato la danza. Libertà e condivisione, questi erano i concetti a cui si ispirava nel suo teatro. E tanto tanto rispetto. Per gli spettatori innanzitutto, per tutti noi come direttiva di vita.
Dopo aver rivoluzionato l’universo del rock, la relazione con David Bowie, l’amicizia con Mick Jagger e Kate Bush, aveva eletto l’Italia a sua patria e Livorno a sua casa.
Perché c’era il mare, gli ricordava il padre, marinaio caduto in guerra. E nei suoi delicati disegni e dipinti sono motivi che tornano spesso. Flowers gli ha regalato la fama, Kemp Dances è lo spettacolo già in tournée in Italia e Spagna, che Kemp si stava preparando a portare ancora in giro per il mondo. Con quel suo modo di fare teatro sempre alla ricerca di una miglioria, di qualcosa di più, di un nuovo significato che non lo faceva mai domo.