A casa Erdogan due poltrone per due, Ursula resta in piedi e l’Europa in ginocchio

Data: aprile 11, 2021

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– di Stefano Fabbri – Come in un vecchio e birichino gioco che facevano gli adolescenti di mezzo secolo fa, quando la musica finisce c’è chi, dopo aver girato attorno ad un numero insufficiente di sedie, resta in piedi ed esce dal gioco. Così è stato per Ursula von der Leyen, presidente della Comissione Europea.

A lei lo scherzetto lo ha fatto Recep Tayyip Erdogan, suscitando un vespaio di critiche. Ursula ha dovuto accontentarsi di un comodo divano, seduta di fronte al ministro degli esteri turco Mevlet Cavusoglu. Al centro della scena lui, Erdogan Primo, ed il presidente del Consiglio europeo Charles Michel che senza esitazione si sono accomodati sulle due poltrone approntate per l’occasione.

Il galateo politico

Le reazioni sdegnate sono state immediate. Chi per la violazione delle regole dettate da Monsignor Della Casa, chi per quelle più complicate della diplomazia. Partendo da quest’ultime la situazione è abbastanza complicata e non chiarissima. Secondo alcuni interpreti della incerta gerarchia europea il ruolo del presidente del Consiglio europeo è superiore a quello della presidente della Commissione. E ciò potrebbe, alla fine, non stupire. La Commissione, infatti, ha un ruolo importantissimo nell’indirizzo comune degli Stati, ma chi ha in mano la regia effettiva e dei comportamenti concreti della (cosiddetta) Unione è colui che presiede il Consiglio, ovvero il consesso dei governanti degli stati aderenti alla Ue.

L’Unione Europea e …

L’incompiutezza politica dell’Unione europea fa infatti in modo che le decisioni sostanziali siano intergovernative e non della Commissione, che è pure espressione delle scelte dei singoli governi quanto a composizione, ma, si direbbe, con un potere più mediatico che effettivo. D’accordo, ma se fosse così resta sempre il fatto che Erdo (per gli amici) avrebbe dovuto comunque prevedere che l’ospite magari meno titolata (anche se gli interventi a conclusione degli incontri sono affidati a lei per l’Ue), essendo una signora, avrebbe comunque meritato un’attenzione maggiore di quella che un qualsiasi padrone di casa levantino avrebbe riservato ad una delle concubine del proprio serraglio.

Ci potrebbe essere una spiegazione a questo comportamento

E cioè che Erdo (sempre per gli amici) ha voluto mandare un duplice messaggio. Soprattutto al proprio Paese più che a quelli che compongono una comunità nella quale non è stato (ancora) ammesso a far parte e al quale probabilmente non gli può fregare di meno di entrare. Il primo messaggio è politico: l’Unione europea in quanto tale è un’entità solo sopportata dal presidente turco, riconosciuta solo per il minimo sindacale necessario.

Charles Michel e Ursula von der Leyen

Ciò che conta sono i governi nazionali e, quindi, chi in questo momento li rappresenta, ovvero Charles che può sedere accanto a lui, mentre per Ursula va bene il divano. Magari in attesa di andare in cucina a preparare il caffè. E’ con loro, con i governi nazionali, nella loro debolezza di entità divise da interessi e competizioni, che Erdo vuole avere a che fare. Con l’altissima probabilità di averne ragione proprio in considerazione dei loro antagonismi ed in assenza di una politica europea comune.

E questo i turchi lo devono sapere: il vostro presidente è politicamente scaltro e sa usare bene le debolezze altrui. Il secondo messaggio è egualmente politico ed egualmente rivolto ai propri amministrati, o sudditi secondo visioni meno buoniste: Ursula, lo dice il nome stesso, è una donna. Ed il ruolo di leader non solo di una nazione ma addirittura di un tentativo di unione tra le nazioni, nel Paese di Erdo, non si addice ad una signora.

Charles si doveva alzare?

Come potrebbe del resto il presidente del Paese che ha prestato il nome della sua città più bella e una volta cosmopolita, Istanbul, alla Convenzione contro la violenza alle donne e la violenza domestica salvo repentinamente uscire da tale accordo, sopportare che una signora in pantaloni attillati e a capo biondo scoperto possa sedere alla pari con lui? Una sedia in meno ed il gioco è fatto. Anzi, con un terzo insperato risultato: quello di aver introdotto un elemento di divisione (ma chissà, magari anche di riflessione?) tra le autorità europee alle quali non resta che prendere atto della debolezza politica dell’Unione. Charles si doveva alzare? Secondo il Galateo sì.

La Turchia

Secondo la ragione politica ha preferito il male minore: meglio una figuraccia che mandare a monte il vertice. Ursula se ne doveva andare? E’ probabile che lo abbia pensato, ma ha prevalso il  suo senso istituzionale che l’Unione europea nel suo insieme non merita proprio. D’altra parte troppo importante la posta in gioco, a cominciare dal ruolo di gendarme a pagamento che la Turchia svolge nel contenimento della moltitudine di disgraziati che premono alle frontiere europee e, contemporaneamente, il perenne tentativo di evitare che l’altalenante rapporto con la Russia si possa trasformare in una partnership politica ed economica che porrebbe seri problemi al Vecchio Continente e, soprattutto, alla Nato.

Mario Draghi vs Erdogan

E forse non è stato indifferente nel comportamento remissivo di Ursula il fatto che, nonostante sia la presidente della Commissione, è pur sempre un’esponente politica di quella Germania in cui vivono milioni di turchi. Tutte leve che Erdo sa impugnare bene. Talmente bene da poter fare a meno di porsi scrupoli se alla vigilia del vertice ha fatto in modo, vista le relativa autonomia dei giudici turchi, che fossero comminati decine di ergastoli nei confronti dei presunti promotori del golpe del 2016. La ciliegina sulla torta ce l’ha messa Mario Draghi che, commentato l’episodio della sedia mancante, ha definito Erdogan un dittatore, con il quale, come con altri, è comunque necessario trattare. Dittatore.

Voce dal sen fuggita o verità conclamata di fronte alle forzature, per usare un eufemismo, che il presidente turco ha operato nei confronti degli istituti costituzionali voluti da Kemal Ataturk per garantirsi un mandato senza limiti di tempo, imitando il suo amico-nemico Putin? In fondo cosa ha detto Draghi di talmente sconvolgente? Semplicemente che il dittatore è nudo.

Ha detto ciò che, pur impotentemente, buona parte degli italiani e degli europei (ammesso che esista una simile categoria) pensano. Compreso il fatto che, pur non essendo dato sapere se Erdo sia un ammiratore di Alberto Sordi, in fondo la logica di Erdo nei confronti dell’Europa sembra essere quella enunciata dal Marchese del Grillo: “io so io e voi nun siete un cazzo”

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