PER NON DIMENTICARE UN 2 AGOSTO DI SANGUE E TRAGEDIA, VOGLIAMO RIPROPORRE QUESTO NOSTRO ARTICOLO
Freghiamocene del 2 agosto. Freghiamocene allegri e tranquilli, ma ricordiamoci, forse, magari, che non è l’inizio delle ferie. Il 2 agosto è una data dalle tragiche ricorrenze. Freghiamocene pure, ma la litania di quella ricorrenza qualcosa di fastidioso forse graffia nelle coscienze anestetizzate. Forse. La ferita italiana si chiama Strage di Bologna, 2 agosto 1980, 85 morti e tanti misteri ancora non soluti. Oltre alla vergogna tutta nostrana del mancato risarcimento alle famiglie delle vittime.
Ma a ritroso nella storia ci sono altri 2 agosto altrettanto e più orridi, non fosse altro per le conseguenze letali per l’Europa intera. 2 agosto 1934, muore Paul von Hindenburg, ultimo presidente della Repubblica di Weimar. Adolf Hitler, già cancelliere del Reich, e quindi in barba a qualsiasi legge dello stato tedesco, si autoproclama Führer. Anche lui aveva la cultura del ‘fare’, anche per lui le regole democratiche erano solo un fastidioso impedimento. Fino a trascinare l’intera Europa nel baratro.
Faceva talmente, il caro Adolf, che mise su un’imponente macchina da sterminio. Chiariamo, niente di misterioso, lui non aveva fatto mistero del suo sentire, lo prova l’orrido meraviglioso del suo discorso a Norimberga, le folle inneggiavano entusiaste. Era un uomo di parola lui, non si può negare. Una parola che portò gli egoismi di tanti piccoli bravi borghesi alle estreme conseguenze, una parola che forgiò olocausti che ancora rimpallano il loro dramma. Quasi senza fine.
Ma del 2 agosto 1944 tutti tacciono. Il 2 agosto 1944 tutti i Rom e i Sinti ancora vivi a Birkenau, quasi 3000 persone, tanti bambini, furono bruciati. Finiva così il campo degli zingari a Birkenau. Lo sterminio della razza zingara portò all’annientamento di 500.000 persone. Con episodi di eroica resistenza e ribellione, come quella avvenuta ad Auschwitz nello stesso ’44. E atti di vero eroismo. Persone, non numeri, uomini, donne, bambini, una storia ancora da finire di scrivere, un popolo ancora perseguitato. Perché loro possono essere fastidiosi, possono puzzare, possono rubare, e quindi… quindi cosa… nemmeno il rispetto…nemmeno il rispetto del dramma, il rispetto per un olocausto dimenticato.
Ascoltiamo la tragica testimonianza di cui allora c’era, Pietro Terracina

Deportazione di Rom e SInti, 22 maggio 1940 (Bundesarchiv R 165 Bild-244-52, Asperg, Deportation von Sinti und Roma)
Immagine di copertina: Una piccola rom trucidata a Birkenau (foto trattta da http://frontierenews.it/2012/01/la-memoria-dimenticata-lolocausto-di-rom-e-sinti/)