IN OCCASIONE DELL’8 MARZO, RILEGGIAMOLO
– di Giulia Caruso –
Donne decise a tutto, anche ad affrontare le cariche butali della polizia, il carcere duro e infine, a sacrificare la propria vita per il diritto al voto. Quell’epopea di lotte dure e sacrifici inerrabili, è stata narrata per la prima volta sullo schermo, dalla regista inglese Sarah Gavron . Suffragette, nei cinema italiani giovedì 3 marzo, è la testimonianza straordinaria di un capitolo ormai sepolto nelle nebbie delle storia del secolo scorso ma che avuto enromi ripercussioni nella storia dell’intero l’Occidente. La sua uscita nel Regno Unito ha coinciso con la con l’esordio ufficiale di Womes Equality il Partito delle Donne inglesi. fondato nella primavera del 2015.
“You have to make more noise than anybody else, you have to make yourself more obtrusive than anybody else, you have to fill all the papers more than anybody else, if you are really going to get your reform realized. Dovete fare più rumore di chiunque altro, renderti più invadente di chiunque altro e riempire le pagine dei giornali, se si sta veramente volete ottenere la realizzazione di tutte le riforme richieste”
Sono le parole di Emmeline Pankhurst, fondatrice, nel 1903,del Women’s Social and Political Union – prima organizzazione femminista della storia, per il diritto di voto a tutte le donne. La matriarca del femminismo inglese, interpretata nel film da Meryl Streep, fu arrestata più volte.
Per ottenere i loro sacrosanti diritti, le suffragette si incatenavano alle ringhiere di giardini e monumenti, sfondavano vetrine e incendiavano negozi. Giungendo a volte a gesti estremi, come quello di Emily Davison che si lanciò contro il cavallo di re Giorgio V all’ippodromo di Derby, finendo maciullata sotto gli zoccoli.

La suffragetta Emily Davis si getta sotto al cavallo di re Giorgio V all’ippodromo di Derby del 1903, restando uccisa (http://www.dailymail.co.uk/news/article-3263943/Suffragette-red-carpet-invaded-campaigners-against-domestic-abuse.html)
E alla fine, vinsero. Il diritto di voto fu esteso a tutte le donne inglesi nel 1928. In Italia invece, bisognerà aspettare il 1946.
Ma il movimento suffragista non fu un gruppuscolo di signore annoiate. Certo, nacque nei salotti dell’alta borghesia, ma alla fine dilagò, attirando nelle sue fila molte ragazze della working class. Come Maude, la protagonista del film di Gavron, intepretatata da Carey Mulligan. E’ una giovane lavandaia che assistendo al passaggio di un corteo di suffragette ne rimane così colpita da entrare nel movimento, sacrificando tutto, perdendo il lavoro e anche suo figlio.
“Se avessi scelto di raccontare la storia di Emmeline Pankhurst mi sarei concentrata su una vicenza eccezionale, ma la cosa che ci premeva di più era creare un legame col mondo contemporaneo- ha dichiarato Gavron. in occasione dell’anteprima del film al Festival del Cinema di Torino 2015- Così abbiamo deciso di concentrarci sull’ingresso di donne lavoratrici nel movimento suffragista. Nel film sono presenti molti punti di contatto con il presente. La disparità salariale, il problema della custodia dei figli, l’indipendenza della donna nella famiglia sono problemi attuali ancora oggi”.
La Storia ha steso un velo sulle decine di Maude e Emily che si sacrificarono per la causa. E ancora oggi nelle isole britanniche, universalmente riconosciute come la patria del femminismo, riguardo alla condizione delle donne la situazione non è rosea come ci si immagina. A cominciare dalla presenza femminile in parlamento che si attesta solo al 22 %, contro il 31% dell ‘Italia. Analfabetismo di ritorno, soprattutto negli slums di Manchester e Londra, gravidanze in età adolescenziale, costringono molte ragazze ad abbandonare la scuola. Resta il diritto all’aborto, che In Irlanda del Nord non è stato riconosciuto se non in casi estremi, a causa delle forte opposizione delle organizzazioni religiose sia protestanti che cattoliche. .
In questo scenario Catherine Mayer, giornalista di origine americana ha lanciato l’idea di un partito tutto al femminile.
Il primo passo sarà la conquista delle quote rosa in Parlamento «Nella storia del Paese, ci sono state solo 450 parlamentari donne», ha spiegato al Guardian la Mayer, «molte meno degli uomini che occupano in questo momento gli scranni del potere» E non basta, le donne vengono pagate il 16% in meno, che abbiamo un part time o un lavoro a tempo pieno. Questo significa che, in una vita da professionisti, possono arrivare a guadagnare anche 316mila sterline (oltre 432mila euro) in meno dei loro pari grado di sesso maschile. “Ci batteremo per la’parità salariale- sottolinea Catherine Mayer- L’uguaglianza delle donne non è semplicemente una faccenda per donne, ma riguarda tutta l’economia del paese ”
Il Wep (Women’s Equality Party) è un partito trasversale che conta nelle sue file donne provenienti sia dal Labour che dai Tories, ma anche adesioni di donne che non si riconoscono nei partiti tradizionali. Prossima tappa del neonato Women’s Equality? Le elezioni politiche del 2020.
Foto di copertina La marcia delle suffragette a Londra nel 1913, mentre arriva ad Hyde Park (http://www.dailymail.co.uk/news/article-3263943/Suffragette-red-carpet-invaded-campaigners-against-domestic-abuse.html)